ATTUALITA'

Iniziata la raccolta del riso in provincia di Pavia: attesa per il Carnaroli degli 80 anni

La Lomellina apre la stagione con un’annata positiva, ma pesano le incognite di costi e importazioni

Iniziata la raccolta del riso in provincia di Pavia: attesa per il Carnaroli degli 80 anni

È iniziata in provincia di Pavia la raccolta del riso, in un’annata segnata da condizioni climatiche favorevoli ma con l’incognita degli sbalzi termici. Coldiretti celebra gli 80 anni del Carnaroli Classico, mentre i risicoltori restano preoccupati per i costi di produzione in aumento e per la concorrenza delle importazioni a basso costo.

(Foto di copertina: Silvia Garavaglia, Presidente Coldiretti Pavia, e la trebbiatura del riso)

Al via la raccolta del riso

Sono partite le operazioni di raccolta del riso nei campi della provincia di Pavia, che con circa 80mila ettari coltivati si conferma la prima area risicola d’Europa. A comunicarlo è Coldiretti Pavia, che annuncia l’ingresso in azione delle mietitrebbie nelle risaie di Lomellina e Pavese.

Annata climatica favorevole

Le prime rilevazioni dei produttori parlano di una stagione segnata da condizioni meteo nel complesso positive, senza episodi di siccità. Restano però alcune incognite: nelle ultime settimane si sono verificati forti sbalzi termici tra il giorno e la notte, fattore che potrebbe aver inciso sulla maturazione completa delle piante. Saranno le fasi di essicazione e pilatura a chiarire le reali rese del raccolto.

Attesa per il Carnaroli Classico

Accanto alle varietà più precoci già tagliate, cresce l’attesa per il Carnaroli Classico, che quest’anno celebra 80 anni dalla sua prima coltivazione, datata 1945. Per celebrare questa ricorrenza, sono diverse le iniziative organizzate da Coldiretti Pavia nel corso dell’anno.

Tra queste, continuano fino a metà novembre gli appuntamenti degli “Agriturismi Terranostra per il Carnaroli Pavese”, grazie alla quale i consumatori possono collezionare uno speciale bollino da incollare sul “Passaporto del riso Carnaroli”.

Raccolti dieci bollini diversi – spiega Coldiretti – i consumatori potranno recarsi in un Mercato di Campagna Amica Pavia e ricevere in omaggio un chilo di riso Carnaroli da Carnaroli Pavese. (Le prossime date dell’iniziativa sono visibili CLICCANDO QUI).

Costi di produzione in aumento

Se il clima ha sostenuto la produzione, a preoccupare gli agricoltori sono i costi sempre più alti. Fertilizzanti, energia e altri mezzi tecnici hanno subito aumenti a doppia cifra negli ultimi anni, spinti dalle conseguenze della pandemia, della guerra in Ucraina e dalle tensioni internazionali. Oggi i livelli restano ben superiori a quelli pre-2020.

La concorrenza delle importazioni

Un’altra minaccia arriva dalle importazioni a basso costo. L’accordo Ue-Mercosur, in fase di definizione, prevede l’ingresso nell’Unione Europea di 60 milioni di chili di riso a dazio zero dal Brasile, primo produttore extra-asiatico al mondo. Una misura che, secondo Coldiretti, rischia di aggravare la concorrenza sleale.

“Si tratta di un vero e proprio dumping ai danni dei produttori di riso italiano – sottolinea Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia – considerato che nelle risaie asiatiche si utilizzano pesticidi banditi da decenni nella UE oltre ai dubbi sullo sfruttamento del lavoro, a partire da quello minorile. Ciò ha causato squilibri nei prezzi riconosciuti ai risicoltori italiani e ridotto la competitività della filiera tricolore. Una situazione che rischia ora di ripetersi con il Mercosur e anche con l’India, uno dei più grandi produttori di riso del mondo”.

Settore da tutelare

Già oggi il 60% del riso importato in Italia beneficia di tariffe agevolate. Dal 2009, grazie all’iniziativa Eba, gli arrivi dai Paesi meno sviluppati sono cresciuti da 9 a quasi 500 milioni di chili, spesso con dubbi legati a pesticidi vietati e sfruttamento del lavoro minorile.

Coldiretti chiede quindi l’introduzione di una clausola di salvaguardia automatica e l’obbligo di reciprocità delle regole, affinché anche il riso importato rispetti gli stessi standard imposti alle produzioni comunitarie.