Nel fine settimana, tre agenti della Casa Circondariale di Pavia sono stati aggrediti da detenuti, riportando contusioni e ricorrendo alle cure ospedaliere. Il sindacato SAPPE denuncia l’insostenibile tensione nella struttura e chiede interventi urgenti per garantire sicurezza e legalità.
Aggressioni in carcere a Pavia
Un fine settimana particolarmente critico ha segnato la Casa Circondariale di Pavia, con una serie di aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria. Secondo quanto denunciato dal sindacato SAPPE, gli episodi hanno causato lesioni e il ricorso alle cure ospedaliere per diversi agenti.
Venerdì sera, un agente è stato aggredito da un detenuto straniero mentre cercava di impedirgli l’accesso a un’area non consentita. Il poliziotto ha riportato una contusione al braccio e ha dovuto recarsi al Pronto Soccorso.
Il giorno successivo, un altro agente è stato attaccato da un detenuto di origine straniera per averlo sanzionato disciplinarmente pochi giorni prima. Anche in questo caso, l’agente ha dovuto ricevere cure mediche, con una prognosi di sette giorni.
Domenica, infine, il personale è intervenuto per proteggere un detenuto da altri ristretti intenzionati ad aggredirlo. Gli agenti coinvolti hanno riportato contusioni e sono stati dimessi dall’ospedale con prognosi tra i tre e i sette giorni.
La denuncia del sindacato
Alfonso Greco, segretario del SAPPE, ha sottolineato le difficoltà quotidiane nelle carceri lombarde:
“La situazione del carcere di Pavia è ormai insostenibile. Le aggressioni sono all’ordine del giorno, soprattutto dopo il rientro del personale che era in missione in altri istituti per dare supporto”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha aggiunto:
“Chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato. Chiediamo al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di prendere provvedimenti immediati. La tensione nelle carceri regionali è costante e servono interventi strutturali per garantire la legalità e la sicurezza interna”.
Il SAPPE rivendica anche la dotazione di strumenti di difesa per gli agenti:
“È necessario porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza, che ha favorito eventi critici continui. Non è certo l’affettività verso i detenuti la priorità: serve sicurezza reale”, conclude Capece.