L'analisi

Tasse sulle imprese individuali, Pavia è la seconda città lombarda in cui si paga di più

Si tratta della 82esima provincia italiana con le tasse più alte

Tasse sulle imprese individuali, Pavia è la seconda città lombarda in cui si paga di più

Pagare meno tasse a Milano che a Pavia? Sembra un paradosso, ma è tutto vero. In Lombardia succede anche questo. La nuova ricerca CNA “Comune che vai fisco che trovi” mostra come, a parità di impresa, la pressione fiscale possa cambiare radicalmente da un capoluogo all’altro.

Tasse in leggero calo per le imprese

A livello nazionale, l’Osservatorio segnala un lieve alleggerimento. La tassazione media sulle imprese individuali è scesa dal 52,8% al 52,3%.

In termini concreti, significa che le imprese italiane hanno smesso di lavorare per il fisco e iniziato a guadagnare effettivamente due giorni prima rispetto al 2023, liberandosi del peso fiscale il 9 luglio.

Ma i dati mettono in luce squilibri enormi tra Nord e Sud. Bolzano si conferma il territorio più favorevole, con un prelievo al 46,3%, mentre Agrigento chiude la classifica con un impressionante 57,4% di tassazione. E la Lombardia?

Com’è la situazione in Lombardia

La Lombardia si colloca in posizione intermedia ma con divari interni significativi. Sondrio è il capoluogo con il livello di tassazione più basso. Con un total tax rate pari al 49,8% occupa l’ottavo posto a livello nazionale ed è l’unica città lombarda sotto la soglia del 50%.

Seguono Milano, con il 50,5% e il 16° posto nella classifica italiana, e Brescia con il 50,9% al 25° posto. A Bergamo e Lodi il fisco arriva a incidere per il 51,3%, mentre a Monza si tocca il 52%. Si prosegue poi nella classifica con Como, Lecco e Varese. E sul fondo della classifica ci siamo noi.

Pavia la seconda provincia con più tasse

Le imprese individuali della provincia di Pavia hanno infatti il 53% di tassazione. Si tratta quindi della seconda provincia lombarda e 82esima provincia italiana con le tasse più alte. A livello regionale, messa peggio è soltanto la sfortunata Cremona dove il prelievo arriva al 55,7%, piazzando la città al 105° posto nazionale.

La conseguenza di questi numeri si traduce nei diversi tax free day, ovvero il giorno dell’anno in cui gli imprenditori iniziano a lavorare per sé stessi e non più per il fisco. A Sondrio arriva il 30 giugno, a Milano il 3 luglio e a Brescia il 4 luglio. A Pavia arriva il 12 luglio mentre a Cremona bisogna attendere il 22 luglio: quasi un mese di differenza che incide direttamente sulla crescita delle imprese.

La tabella con la classifica e i dati provincia per provincia:

 Città  Percentuale  tasse  Tax free day
 Posizione  nazionale
 Sondrio  49,8%  30 giugno  8°
 Milano  50,5%  3 luglio  16°
 Brescia  50,9%  4 luglio  25°
 Bergamo  51,3%  6 luglio  37°
 Lodi  51,3%  6 luglio  38°
 Monza  52%  8 luglio  55°
 Como  52,1%  9 luglio  61°
 Lecco  52,5%  10 luglio  70°
 Varese  52,5%  10 luglio  71°
 Mantova  52,8%  11 luglio  78°
 Pavia  53%  12 luglio  82°
 Cremona  55,7%  22 luglio  105°

 

“La strada è ancora lunga”

Per Giovanni Bozzini, presidente di CNA Lombardia, l’Osservatorio rappresenta uno strumento decisivo per capire il legame tra fiscalità ed efficienza dei territori.

Siamo di fronte a un leggero miglioramento, ma la strada è ancora lunga – sottolinea – Per noi piccoli e medi imprenditori è discriminante lavorare fino a giugno, luglio o addirittura agosto per il nostro socio Stato. Più questo socio è virtuoso, efficiente e prudente, più possiamo contare su un carico fiscale sostenibile. Ciò che emerge con chiarezza è che più la Pubblica Amministrazione funziona, meno il peso fiscale grava sui contribuenti”.

Una situazione paradossale

Il rapporto CNA si basa su un’impresa tipo: una ditta individuale con un laboratorio artigiano di 350 metri quadri e un negozio di 175 metri quadri, entrambi di proprietà per un valore complessivo di un milione di euro. Con ricavi stimati in 431mila euro e un reddito d’impresa di 50mila, il livello di tassazione viene calcolato in base a imposte e tributi comunali e regionali.

A determinare le differenze sono soprattutto le addizionali sul reddito, l’IMU sugli immobili e i tributi legati alla raccolta e gestione dei rifiuti. L’Osservatorio conferma infine un paradosso: i territori dove l’efficienza amministrativa e la qualità dei servizi sono inferiori coincidono con i luoghi dove il carico fiscale è più pesante.