Le nuove indagini sul caso di Chiara Poggi si concentrano su un Dna maschile isolato sul pollice destro della vittima, finora considerato inutilizzabile, e su tre tracce femminili nella villetta, ipotizzando la possibile presenza di più persone sulla scena del delitto.
Nuovo DNA sul pollice destro di Chiara Poggi
A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia riaccende i riflettori su una traccia genetica finora rimasta in ombra. Si tratta di un Dna isolato sul pollice destro della vittima, ritenuto inutilizzabile al momento del delitto, ma che oggi potrebbe fornire indicazioni inaspettate.
Già definito di natura maschile, il profilo torna al centro dell’inchiesta, insieme a riflessioni sulle tre tracce biologiche femminili rilevate nella villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio. Tali evidenze potrebbero indicare la presenza di più persone sulla scena del crimine.

Il campione MDX1
Il campione in questione, contrassegnato dai Ris di Parma come MDX1, fu prelevato tramite tampone sul pollice destro di Chiara Poggi, la stessa mano in cui, secondo i pm, sarebbero state rinvenute tracce di Andrea Sempio, oggi nuovo indagato.
Nel settembre 2007, i Ris tentarono l’analisi alla presenza del genetista Matteo Fabbri, consulente dell’allora indagato Alberto Stasi, poi condannato in via definitiva per l’omicidio. La relazione tecnica segnalava un possibile mix di due Dna distinti, ma con picchi troppo bassi e amplificazioni casuali per una lettura certa. Il campione fu dunque dichiarato non utilizzabile, anche se si confermava che il profilo era di origine maschile.
Nel 2014, il campione MDX1 fu riesaminato dal professor Francesco De Stefano, che in precedenza aveva individuato i Dna definiti “Ignoto 1” e “Ignoto 2” su altre dita della vittima. Anche allora non si arrivò a un risultato conclusivo. Tuttavia, i tracciati originari sono stati conservati e oggi, grazie a metodiche più avanzate, potrebbero finalmente consentire di attribuire il codice genetico a un nome.

L’ipotesi di più aggressori
Oltre alle piste maschili, emergono tre tracce biologiche femminili rinvenute in punti diversi della villetta. Questi elementi rafforzano l’ipotesi di una pluralità di aggressori, un’ipotesi ora nuovamente presa in considerazione dagli inquirenti.
La super consulente della Procura, Cristina Cattaneo, è chiamata a chiarire se la dinamica dell’omicidio possa confermare la presenza di più persone sulla scena, oltre a verificare la compatibilità tra ferite e arma del delitto.
Contemporaneamente, l’incidente probatorio sulle analisi genetiche è stato affidato alla perita Denise Albani, con risultati finali attesi per il 10 ottobre, data cruciale per il prosieguo dell’inchiesta.