Crisi Terre d’Oltrepò, 300 famiglie in ginocchio: “Servono risposte urgenti”
Ritardi nei pagamenti ai viticoltori e incertezza sui prezzi delle nuove consegne aggravano la situazione

La crisi delle cantine Terre d’Oltrepò mette in difficoltà circa 300 viticoltori e le loro famiglie, ancora in attesa dei pagamenti per l’uva consegnata. Il Partito Democratico lombardo sollecita l’intervento urgente del governo e della Regione Lombardia.
Crisi Terre d’Oltrepò
Gravi difficoltà economiche e gestionali minacciano la sopravvivenza di una delle cooperative vinicole più importanti dell’Oltrepò Pavese. La crisi delle cantine Terre d’Oltrepò si trascina ormai da anni e rischia di travolgere circa 300 conferenti di uva e le loro famiglie, per le quali la viticoltura rappresenta spesso l’unica fonte di reddito.
“Servono risposte urgenti”
A lanciare un appello è Paolo Cova, responsabile Agricoltura del Partito Democratico lombardo ed ex parlamentare, che chiede interventi immediati:
“Servono risposte urgenti. Questa crisi non è recente, si protrae da tempo. È indispensabile che il Ministero dell’Economia nomini un commissario con poteri reali per garantire una prospettiva concreta al comparto”, afferma.
“Non bastano le parole”
Secondo Cova, la nomina di un semplice esperto indipendente non basta a fronteggiare la complessità della situazione. Serve invece un’azione strutturale che coinvolga anche Regione Lombardia:
“La Regione deve investire su questo territorio e sul settore vitivinicolo, che è strategico per l’economia pavese e lombarda. Non bastano le parole: servono fondi e politiche attive per lo sviluppo delle aree interne”, sottolinea.
Viticoltori in ginocchio
La preoccupazione maggiore riguarda le condizioni economiche dei viticoltori, sempre più precarie. Molti di loro hanno ricevuto finora solo un acconto pari al 20% per le uve consegnate nel 2024 e non hanno ancora percepito il saldo. Inoltre, stanno per iniziare la nuova vendemmia senza sapere a che prezzo verranno pagati.
“È inaccettabile che in una regione come la Lombardia, che fa del suo settore agricolo un fiore all’occhiello, si lasci che le aziende agricole affrontino un simile livello di incertezza”, conclude Cova.