CRONACA

Garlasco, l’avvocato di Stasi: “Arriveranno molti accertamenti che susciteranno confronti piuttosto vivi"

Nel corso della puntata di "Filorosso", avvocati, esperti e criminologi tornano a confrontarsi sul delitto di Chiara Poggi. L’avvocato De Rensis: “Più persone sulla scena del crimine”

Garlasco, l’avvocato di Stasi: “Arriveranno molti accertamenti che susciteranno confronti piuttosto vivi"
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Durante la trasmissione Filorosso su Rai Tre si è tornati a discutere del delitto di Chiara Poggi. L’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, ha ipotizzato la presenza di più persone sulla scena del crimine e ha annunciato imminenti accertamenti destinati a riaccendere il dibattito.

Il caso Garlasco a “Filorosso”

Nonostante la pausa estiva e l’apparente calma giudiziaria, il caso Garlasco continua a far discutere nelle tribune televisive. La trasmissione "Filorosso", andata in onda in prima serata lunedì 4 agosto 2025 su Rai Tre, ha dedicato un’ampia parte della puntata alla vicenda dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. In studio e in collegamento, ospiti di rilievo come l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, il generale Luciano Garofano, la genetista Marina Baldi e la criminologa Flaminia Bolzan.

L’impronta 33

La discussione si è aperta con l’intervento del generale Garofano, consulente della famiglia Sempio, che ha precisato: “Non ero presente al primo accesso dei RIS sulla scena del crimine, ma le foto che ricordo mostrano Chiara riversa con la testa verso la cantina”.

Riguardo all’impronta 33, punto centrale della riapertura del caso, si è tornati a parlare delle cosiddette minuzie: elementi distintivi per identificare un’impronta digitale. Secondo la genetista Marina Baldi, “non è un’impronta insanguinata” e dunque non sarebbe possibile collegarla con certezza all’azione omicidiaria. E aggiunge:

“Le 15 minuzie individuate non raggiungono la soglia minima prevista dalle linee guida italiane”.

Di parere opposto De Rensis, avvocato di Alberto Stasi:

Non è il numero che conta, ma la qualità. Ne sono bastate anche 12, in altri casi”.

Garofano ribadisce: "Non c'è sangue, e quell’area non evidenziava nulla che potesse ricondurre a una traccia ematica". Sull’ormai famoso “Dna fantasma”, cioè un profilo genetico ignoto di cui si è parlato nel 2007, Garofano è netto: "Non mi risulta esistesse un profilo ignoto diverso da quello di Stasi o della vittima. Se ci fosse stato, sarebbe stato un elemento decisivo nelle indagini".

La cannuccia dell'Estathé

Un’altra questione controversa riguarda la cannuccia dell’Estathé ritrovata nella spazzatura repertata nel 2008 e recentemente analizzata. Secondo il genetista nominato dal gip, su quell’oggetto c’erano solo due profili: quello di Chiara Poggi e quello di Alberto Stasi. De Rensis ha spiegato: “Alberto ha sempre dichiarato di bere quell’Estathé, e potrebbe averlo fatto anche quella sera, dopo la pizza. Lo ha detto ai magistrati, a differenza di altri”.

L’arma mai trovata

Durante la trasmissione la criminologa Flaminia Bolzan, ha riletto il referto dell’autopsia eseguita nel 2007 dal medico legale Marco Ballardini.

I colpi furono rapidi e letali – ha detto – e Chiara non si difese. La lesione mortale fu inferta alla nuca con un oggetto contundente pesante. Ma c’è un elemento anomalo: una lesione molto piccola, vicino alla tempia, che non si sposa con il resto delle ferite. Difficile ipotizzare un terzo mezzo lesivo, ma potrebbe esserci compatibilità con un oggetto trovato sulla scena, un portavaso in ferro battuto”.

Garofano, tuttavia, ha invitato alla cautela: “Non sono un medico legale. Quelle valutazioni le lascio a chi ha le competenze. Sappiamo però che Chiara è stata anche colpita con pugni”.

De Rensis: “Più persone sulla scena del crimine”

In conclusione, l’avvocato De Rensis ha avanzato un’ipotesi pesante:

“Sono convinto che sulla scena del crimine ci fossero più persone. Dobbiamo aspettare, credo arriveranno molti accertamenti che susciteranno confronti piuttosto vivi”.

E ha criticato l’idea che Alberto Stasi abbia avuto il tempo di lavarsi accuratamente le mani: Nel bagno non c’è alcuna traccia di sangue, il dispenser non è mai stato lavato e ci sono quattro capelli non repertati. È impensabile che abbia spostato il corpo da solo”.

La puntata si è poi chiusa con una battuta ironica della conduttrice:Anche lei ha i sogni e gli incubi come l’avvocato Lovati? a cui De Rensis ha risposto: “No, io immagino. I sogni li lascio a lui”.