Oltre sessanta persone a Pavia corrono per la Palestina insieme al Sindaco Lissia
Un gesto simbolico per chiedere pace, giustizia e diritti umani

Oltre 60 persone hanno corso o pedalato per le strade di Pavia insieme al Sindaco Michele Lissia, portando la bandiera palestinese, in segno di solidarietà con la popolazione di Gaza. Un’iniziativa spontanea per chiedere la fine delle violenze e ribadire il diritto alla pace, alla giustizia e al rispetto dei diritti umani.
Di corsa per la Palestina
Non era una manifestazione organizzata da tempo, né un evento pubblicizzato con clamore. È nata quasi per caso, all’ultimo momento, ma ha saputo parlare forte e chiaro. Alle prime luci dell’alba di domenica 3 agosto 2025, intorno alle 7 di mattina, più di 60 persone si sono ritrovate a Pavia per percorrere insieme al Sindaco Michele Lissia dieci chilometri lungo il tracciato della CorriPavia. A piedi o in bicicletta, tutti uniti da un unico filo: la solidarietà verso il popolo palestinese.
Durante il percorso, i partecipanti hanno portato con sé la bandiera palestinese, come simbolo visibile di vicinanza a una popolazione che da mesi vive sotto l’assedio della guerra. Secondo chi ha preso parte all’iniziativa, non si è trattato di un gesto eroico, ma di un’azione semplice e sentita. L’intento era chiaro: rompere il silenzio, non voltarsi dall’altra parte, dare voce a chi non ne ha.
"Non è accettabile"
Oltre alla fatica della corsa, ciò che resta è il senso profondo del gesto: affermare con forza che non si può rimanere indifferenti davanti a quello che viene definito un “massacro quotidiano” di civili, famiglie intere uccise e cancellate. Il Sindaco Lissia ha espresso una netta condanna verso le azioni di un governo ritenuto spietato e criminale, chiedendo che si ponga fine a quella che è stata definita senza mezzi termini una situazione di genocidio.
"Basta, non è umanamente accettabile lasciar morire di fame un popolo e falcidiarlo sotto le bombe e i proiettili", ha dichiarato il primo cittadino.
L’iniziativa vuole aprire la strada ad altri gesti, simbolici ma anche concreti, per difendere i diritti umani, il rispetto del diritto internazionale e la ricerca di una pace giusta.
"Questo è solo un primo passo. Continueremo a far sentire la nostra voce e a cercare strade, simboliche e concrete, per sostenere chi oggi vive in situazione di grande difficoltà. Perché il riconoscimento dei diritti di un popolo, il rispetto del diritto internazionale, un minimo di senso di umanità e la pace sono la strada giusta da perseguire.
Grazie a chi c’era con le gambe e col cuore!", ha concluso Lissia.