CRONACA

Garlasco, perché per la giustizia Stasi è l'assassino di Chiara Poggi: i sette punti che hanno portato alla sua condanna

Sette indizi, nessun alibi e tante incongruenze: ecco il quadro che ha portato alla condanna definitiva

Garlasco, perché per la giustizia Stasi è l'assassino di Chiara Poggi: i sette punti che hanno portato alla sua condanna
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Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. La sentenza si basa su sette indizi, tra cui l'assenza di alibi, le incongruenze nel suo racconto, le impronte sul dispenser e le anomalie legate alle biciclette. La Cassazione ha ritenuto il quadro probatorio coerente e privo di dubbi.

Garlasco, la condanna di Stasi

Dopo anni di processi e dibattiti pubblici, il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco si è chiuso con una condanna definitiva per Alberto Stasi. Ma su quali elementi si è basata la giustizia italiana per riconoscerlo colpevole?

Il programma televisivo "Morning News" su Canale5 ha ricostruito i sette punti chiave su cui la Corte d’Appello di Milano e la Cassazione hanno fondato la loro decisione. Si tratta di indizi gravi, precisi e concordanti, che compongono un quadro accusatorio ritenuto solido e coerente.

Nessun segno di effrazione

Il primo elemento cruciale è la totale assenza di segni di effrazione nella villetta dei Poggi: questo indica che Chiara potrebbe aver aperto la porta a qualcuno di conosciuto. Chiunque sia entrato non ha forzato né porte né finestre.

L’alibi inesistente

Stasi non ha fornito un alibi solido per il lasso di tempo in cui si è consumato l’omicidio. Secondo le ricostruzioni, in quelle ore era comunque presente nella zona, e le sue dichiarazioni sono apparse piene di incongruenze e lacune.

Le scarpe e le impronte sul dispenser

Altro indizio significativo riguarda le sue scarpe: pur non presentando macchie di sangue, è stata rilevata sul tappetino della casa di Chiara un’impronta compatibile con la sua misura (n.42). Questo ha sollevato il sospetto che si fosse cambiato le calzature o avesse tentato di ripulirle.

Inoltre, le sue impronte digitali sul dispenser del bagno, in un contesto che suggerisce un uso per lavarsi le mani dopo l’aggressione, hanno rafforzato l’idea di un coinvolgimento diretto e consapevole.

La bicicletta e le bugie

Uno degli aspetti più discussi dell’inchiesta è quello legato alle biciclette. Una bicicletta nera da donna, compatibile con quella in uso a Stasi, è stata vista vicino alla villetta il giorno del delitto. Tuttavia, non venne sequestrata subito. Inoltre, l’altra bicicletta bordeaux di sua proprietà aveva pedali sostituiti, altro dettaglio che ha insospettito gli inquirenti.

I 7 indizi che hanno incastrato Stasi

Questi, in sintesi, sono i sette elementi principali che hanno portato alla condanna:

  • Assenza di segni di effrazione nella casa dei Poggi
  • Incongruenze nel racconto di Stasi
  • Impronte digitali sul dispenser del bagno
  • Bugie e omissioni sulla bicicletta
  • Sostituzione dei pedali della bicicletta bordeaux
  • Mancanza di un alibi durante l’orario del delitto
  • Presenza di un’impronta compatibile con scarpe n.42
La schermata dei sette indizi che hanno portato alla condanna di Stasi mostrata durante la trasmissione Morning News

La condanna definitiva

Dopo cinque processi celebrati tra il 2009 e il 2015, tra cui due assoluzioni, la Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni di carcere per Alberto Stasi. I giudici hanno giudicato la sua versione dei fatti “illogica e falsa”, più vicina a quella di un assassino che non a quella di chi avrebbe trovato casualmente un corpo.

La sentenza definitiva ha parlato di un mosaico indiziario coerente, capace di superare ogni ragionevole dubbio. Per la giustizia italiana, Stasi è colpevole dell’omicidio di Chiara Poggi.