TUTELA PAESAGGIO

No all’allevamento intensivo da 40mila galline a Travacò: il Parco del Ticino boccia il progetto

Parere negativo della Commissione paesaggio: l’impianto è incompatibile con l’identità agricola e naturale del territorio. Ora la parola passa alla Soprintendenza

No all’allevamento intensivo da 40mila galline a Travacò: il Parco del Ticino boccia il progetto
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La Commissione paesaggio del Parco del Ticino ha espresso parere negativo al progetto di un allevamento intensivo da 40mila galline a Travacò Siccomario, ritenendolo incompatibile con il contesto agricolo e paesaggistico della zona. Ora la decisione passa alla Soprintendenza, prima del parere definitivo del Parco.

No all’allevamento intensivo da 40mila galline

La Commissione paesaggio del Parco del Ticino ha espresso parere negativo all’ipotesi presentata da un’azienda del Milanese, che vorrebbe realizzare un impianto da 40mila capi su circa 20 ettari di terreno nei pressi del canile comunale di Travacò Siccomario. Il progetto viene considerato incompatibile con l’identità territoriale e paesaggistica della zona. Toccherà ora alla Soprintendenza esprimersi, prima del parere finale da parte degli uffici del Parco.

Tutela del paesaggio

Travacò è conosciuto come “terra tra i due fiumi”, per la sua posizione tra Ticino e Po. Questo contesto agricolo e ambientale è ritenuto dalla Commissione un esempio di paesaggio agrario coerente, con una struttura territoriale storica, delicata e riconoscibile. L’allevamento proposto viene definito un insediamento industriale che rompe la continuità del paesaggio, sia nella forma che nella funzione, in totale disconnessione con le pratiche agricole tradizionali.

Secondo la Commissione, l’impianto (con volumi architettonici rigidi e uniformi) introdurrebbe una frattura nel paesaggio non sanabile. Il rischio è una trasformazione profonda della “grammatica” del territorio: non solo l’aspetto visivo, ma il significato stesso del paesaggio verrebbe compromesso. A preoccupare è anche l’effetto domino che iniziative simili potrebbero innescare, avviando processi di degrado difficilmente reversibili.

Compromissione permanente

Il parere contrario non nasce da una chiusura pregiudiziale, ma dall’adesione ai principi sanciti dal Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici e dalla Costituzione. Il paesaggio viene descritto come un bene pubblico, che richiede coerenza, visione e responsabilità. L’intervento, per caratteristiche e scala, viene giudicato come elemento di compromissione permanente e quindi incompatibile con l’assetto agrario irriguo di Travacò.

Oltre al danno paesaggistico, la Commissione ha sollevato perplessità anche sull’impatto viabilistico che un impianto di queste dimensioni potrebbe generare.