NUOVA PERIZIA

Garlasco: "L’impronta di Sempio trovata accanto al cadavere di Chiara è intrisa di sudore e sangue"

Per gli esperti nominati dalla difesa di Stasi si tratta di un "contatto palmare intenso, non una semplice discesa dalle scale"

Garlasco: "L’impronta di Sempio trovata accanto al cadavere di Chiara è intrisa di sudore e sangue"
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Una nuova consulenza tecnica riaccende l’attenzione sull’omicidio di Garlasco: secondo gli esperti della difesa di Alberto Stasi, l’impronta trovata accanto al cadavere di Chiara Poggi è intrisa di sudore e sangue e riconducibile ad Andrea Sempio. A rivelarlo è il Tg1.

"Impronta di Sempio intrisa di sudore e sangue"

Una nuova perizia rilancia l’attenzione sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Secondo una consulenza redatta da un dattiloscopista e due genetisti incaricati dagli avvocati di Alberto Stasi, l’impronta numero 33 trovata sulla parete delle scale, accanto al cadavere della giovane, sarebbe "intrisa di sudore e sangue" e non compatibile con un semplice passaggio.

A riportare il contenuto del documento è il Tg1, sulla sua pagina Facebook, che cita direttamente le conclusioni dei tecnici.

“Si tratta di un contatto palmare intenso non compatibile con una normale discesa per le scale", si legge nella relazione.

L’impronta in questione, secondo gli esperti, sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara recentemente finito indagato, in concorso con altri o con lo stesso Stasi.

Il "giallo" dell’impronta 33

La Procura di Pavia, tuttavia, mantiene una posizione prudente. In un provvedimento datato 2 luglio scorso, i magistrati titolari della nuova inchiesta avevano ribadito che “non è possibile procedere ad accertamenti biologici” sull’impronta 33. Non solo: la richiesta di incidente probatorio avanzata dai legali della famiglia Poggi è stata respinta.

La motivazione è tecnica: l’intonaco grattato in corrispondenza dell’impronta, spiegano i pubblici ministeri, “risulta allo stato interamente utilizzato” in precedenti analisi, e sarebbe stato compromesso dall’uso della ninidrina, un reagente chimico.

Traccia esaminata, ma con esito negativo

Il documento della Procura sottolinea inoltre che l’impronta 33 fu già analizzata nel 2007 con l’OBTI test, considerato tra i più efficaci per il rilevamento del sangue umano. All’epoca, il risultato fu negativo. A complicare ulteriormente il quadro, la fialetta contenente il materiale prelevato dalla parete non è stata neppure rinvenuta il 17 giugno 2025, quando sono stati riesaminati i reperti provenienti dal RIS.

La conclusione per i magistrati è quindi che non è possibile "procedere ad accertamenti biologici sul reperto fotografico dell’impronta”.