Muore a 69 anni per cibo finito nei polmoni: istituto geriatrico condannato a risarcire con 1 milione di euro i familiari
Secondo la Corte d’Appello la struttura non vigilò adeguatamente su un paziente malato di Alzheimer

L'istituto geriatrico Santa Margherita di Pavia è stato condannato a risarcire con un milione di euro i familiari di un paziente di 69 anni, morto per soffocamento da cibo nel 2021. I giudici hanno riconosciuto gravi carenze nella sorveglianza del malato, affetto da Alzheimer. Annunciato ricorso in Cassazione.
Muore a 69 anni per cibo finito nei polmoni
La Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado e condannato l’Istituto geriatrico Santa Margherita di Pavia a risarcire con 1 milione di euro i familiari di un paziente di 69 anni, deceduto nel 2021 mentre era ricoverato nella struttura. A provocare la morte, secondo quanto accertato dall’autopsia, fu una polmonite causata dall’inalazione accidentale di cibo.
Inadeguata sorveglianza
Il paziente, affetto da Alzheimer, si trovava nella casa di riposo sotto la responsabilità del personale sanitario. I giudici di secondo grado hanno stabilito che il decesso sarebbe stato evitabile con un’adeguata sorveglianza. La sentenza sottolinea come la struttura non abbia rispettato il dovere di “assolvere diligentemente e con perizia gli obblighi di sorveglianza e protezione nei confronti del paziente, in modo adeguato e coerente rispetto alle sue condizioni psico-fisiche”.
In primo grado, il Tribunale di Pavia aveva assolto l’istituto. Una decisione che ora la Corte d’Appello ha smentito, evidenziando gravi carenze nella gestione del paziente e nel controllo da parte degli operatori.
Annunciato ricorso
Il direttore generale dell’Azienda Servizi alla Persona, Maurizio Niutta, che gestisce il Santa Margherita, ha espresso la propria contrarietà alla decisione dei giudici milanesi, ribadendo la convinzione che il personale abbia agito correttamente. L’ente ha annunciato il ricorso in Cassazione.