CRONACA

Garlasco, oggi l'incidente probatorio "parallelo" a Pavia sulle impronte e la nomina del perito super partes

Mentre a Milano si cercano tracce genetiche, focus in provincia solo sulle impronte impresse su Fruttolo, scatola di cereali e Estathè (sul quale c'era il DNA di Stasi)

Garlasco, oggi l'incidente probatorio "parallelo" a Pavia sulle impronte e la nomina del perito super partes
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Si apre oggi a Pavia la terza udienza dell'incidente probatorio sul caso Garlasco: verranno analizzati sacchetti e oggetti trovati tra i rifiuti della villetta per cercare impronte digitali. L’obiettivo è capire chi li abbia maneggiati, mentre proseguono gli accertamenti sul DNA e sulle tracce già raccolte.

Incidente probatorio: terza udienza

A distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco si arricchisce di un nuovo capitolo investigativo. Si apre infatti oggi, mercoledì 23 luglio 2025, al Tribunale di Pavia un'udienza cruciale: sarà conferito l’incarico al dattiloscopista Domenico Marchigiani per eseguire accertamenti tecnici su alcuni reperti raccolti nella villetta dove la giovane fu uccisa. L’obiettivo è individuare impronte digitali latenti su sacchetti e oggetti recuperati tra i rifiuti domestici.

Analisi su etichette e sacchetti

L’indagine, disposta nell’ambito dell’incidente probatorio ancora in corso, punta a rintracciare eventuali impronte digitali su un’etichetta in carta arancione Estathé, un sacchetto della spazzatura, uno dei biscotti e uno dei cereali.

Gli stessi oggetti erano già stati analizzati dalla genetista Denise Albani, incaricata dalla giudice, con la collaborazione dei consulenti della famiglia Poggi, del condannato Alberto Stasi e del nuovo indagato Andrea Sempio. Gli accertamenti genetici finora hanno rivelato tracce di DNA della vittima – trovate su confezioni e sacchetti – e dell’allora fidanzato Alberto Stasi, individuato sulla cannuccia dell'Estathé.

Nessuna traccia di Sempio

Al momento non sono emerse tracce riconducibili ad Andrea Sempio, accusato di omicidio in concorso “con altri soggetti o con Alberto Stasi”. Tuttavia, la nuova perizia dattiloscopica potrebbe confermare se gli oggetti siano stati effettivamente maneggiati solo dalla coppia Poggi-Stasi.

"Ignoto 3"

Un mese dopo l’apertura dell’incidente probatorio, restano ancora senza attribuzione le 60 impronte digitali (non ematiche) trovate nella casa di via Pascoli. Nessuna di queste, però, risulta al momento riconducibile al 37enne Andrea Sempio.

E' stata invece rilevata la presenza di un profilo genetico sconosciuto, ribattezzato “Ignoto 3”, emerso dalla bocca della vittima. Alcuni dei consulenti coinvolti nell’incidente probatorio, però, hanno invitato alla cautela: la traccia, infatti, non è stata rilevata su un tampone sterile, bensì su una garza non sterile, aprendo il campo a possibili contaminazioni. Si ipotizza che possa appartenere a uno dei tanti operatori presenti durante l’autopsia.

Per chiarire l'origine di questo DNA, saranno raccolti i profili genetici di tutte le persone che hanno avuto contatti con il corpo senza vita di Chiara Poggi: non solo tecnici e operatori forensi, ma anche amici e conoscenti della giovane, del fratello Marco e dello stesso Sempio.

Il DNA sotto le unghie di Chiara

Resta da chiarire anche la questione del DNA trovato sotto le unghie della vittima, materiale oggi non più disponibile perché interamente utilizzato durante una precedente perizia disposta dai giudici dell’appello bis. Le analisi condotte all’epoca avevano escluso la possibilità di attribuzione certa, ma ora emergono nuovi elementi: la Procura di Pavia e la difesa di Stasi sostengono che una delle due tracce maschili sia attribuibile ad Andrea Sempio, e che non si tratti di un trasferimento indiretto (ad esempio da una tastiera condivisa) ma di una traccia da contatto diretto. La seconda traccia resta senza un nome ed è stata catalogata come “Ignoto 2”.

Gli accertamenti genetici affidati alla perita Albani dovrebbero riprendere ai primi di agosto, e potrebbero rivelarsi decisivi per far luce su un delitto che, a quasi due decenni di distanza, continua a sollevare interrogativi.