ASSEDIO MEDIATICO

Garlasco: niente intonaco, niente fascette, niente sangue dell'impronta 10. Cosa resta degli scatoloni?

Bisognerà attendere giovedì per scoprire quali reperti sono stati ritenuti ancora valutabili dopo 18 anni dal delitto del 2007

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Circo mediatico davanti alla Questura di Milano

Bisognerà attendere giovedì per scoprire quali reperti sono stati ritenuti ancora valutabili dopo 18 anni dal delitto di Garlasco del 13 agosto 2007 dopo l'apertura degli scatoloni nei quali sono stati conservati sinora.

Garlasco: cosa resta degli scatoloni?

IL VIDEOSERVIZIO:

 

Un assedio mediatico durato ben nove ore, dalle 10.30 fino alle 19.30, non ha portato conferme: i consulenti tecnici protagonisti dell'incidente probatorio ieri (martedì 17 giugno 2025) in Questura a Milano si alla fine si sono defilati alla chetichella dal retro lasciando i cronisti con un pugno di mosche. Non è chiaro se sia stata una decisione degli interessati o della Questura per motivi di ordine pubblico, ma un maggior rispetto per gli operatori dell'informazione sarebbe auspicabile, in futuro.

Circo mediatico davanti alla Questura di Milano

Quel che è trapelato è che il confronto sullo stato di conservazione dei reperti è stato serrato, con i periti delle diverse parti arroccati sulle loro posizioni: secondo la Procura soprattutto tracce genetiche consoliderebbero le accuse nei confronti di Andrea Sempio, gli avvocati dell'indagato e della famiglia Poggi sono convinti che non ci saranno novità rilevanti, la difesa di Alberto Stasi infine ostenta un pacato possibilismo.

Niente intonaco, niente fascette, niente sangue dell'impronta 10

Circo mediatico davanti alla Questura di Milano

Vedremo giovedì alla fine cosa si salverà dagli scatoloni.

Intanto però manca l'intonaco della famosa impronta sul muro della cantina numero 33 attribuita dalla Procura a Sempio, ma soprattutto non ci sono neppure le "fascette paradesive" di cui s'è tanto parlato in questi giorni: al loro posto s'è scoperto che erano state utilizzate pellicole di acetilato che nel tempo si conservano molto più difficilmente. E non è rimasto neppure sangue analizzabile per quanto riguarda l'impronta numero 10 lasciata sulla porta d'ingresso di casa Poggi.

Circo mediatico davanti alla Questura di Milano

Insomma un percorso in salita, per la Procura di Pavia, mentre attorno al caso continuano a ruotare solo suggestioni: come la "nuova" impronta 97F a sinistra sulle scale (che impronta non è, ma solo una strisciata di sangue praticamente inutile per un'attribuzione) e un sogno (l'ennesimo) dell'avvocato Lovati che teme che dallo yogurt possano uscire tracce genetiche del proprio assistito.

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