NUOVA INDAGINE

Garlasco, parla il padre di Andrea Sempio: "Quella mattina mio figlio era a casa con me"

L'intervista al padre del nuovo indagato nell'omicidio di Chiara Poggi a "Chi l'ha Visto?"

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Delitto Garlasco
Giuseppe, il padre di Andrea Sempio

Garlasco, nella puntata di ieri sera di "Chi l'ha Visto?" è andata in onda un'intervista al padre di Andrea Sempio, Giuseppe che dice: "Quella mattina mio figlio era a casa con me".

Garlasco, parla il padre di Andrea Sempio

Il mistero attorno alla morte di Chiara Poggi non è ancora stato chiarito. La trasmissione Chi l’ha visto?, nella puntata andata in onda ieri sera, 11 giugno 2025, è ritornata su uno dei fatti di cronaca nera più controversi degli ultimi tempi. Mentre i RIS sono tornati nella villetta della famiglia Poggi per nuovi rilievi, un messaggio criptico pubblicato anni fa da un amico dell’attuale indagato, Andrea Sempio, apre nuovi scenari ancora inesplorati.

Un messaggio nascosto?

Michele Bertani, amico di infanzia di Sempio, si è tolto la vita nel 2016. Poco prima del gesto estremo, pubblicò su Facebook una frase tratta da una canzone dei Club Dogo, manipolata attraverso l’uso anomalo delle maiuscole:

“La VeriTa Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!! la Verità nessuno mai te la racconterà”.

Alcuni hanno ipotizzato che, isolando le lettere maiuscole, si nasconda una frase in ebraico foneticamente traducibile in: “C’era una ragazza lì che sapeva”. Ipotesi ardite, certo, ma non prive di suggestione, anche alla luce delle ricerche online effettuate da Chiara Poggi nei giorni precedenti la sua morte, tra cui spunta il nome del Santuario della Bozzola, al tempo al centro di voci su presunti episodi di pedofilia e riti esoterici.

La frase su Facebook

L’ipotesi di Lovati: “Stasi ha mentito per paura”

In collegamento con Federica Sciarelli, gli avvocati di Andrea Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia, sono intervenuti per fare chiarezza. Taccia ha chiarito che Michele e Andrea sono rimasti amici ma solo fino alle scuole medie, e poi si sono persi di vista.

Lovati, invece, ha elogiato l’ingegno di chi ha decifrato il messaggio: “È una metodologia geniale, merita rispetto. Ma il resto lo lascio agli inquirenti”.

L'avvocato Massimo Lovati ha però ribadito ancora una volta la sua posizione sul caso:

Alberto Stasi ha raccontato una versione dei fatti piena di bugie. Dice che Chiara era a terra, ma in realtà era sulle scale. Le sue scarpe erano immacolate, e ha indicato il numero civico sbagliato”.

Secondo l’avvocato, Stasi non avrebbe agito da solo, e anzi, potrebbe aver coperto i veri responsabili:

“C’era un sentimento d’amore con Chiara. Ha detto quello che gli hanno imposto, forse per paura. Temeva per la propria vita”.

Alla domanda dell’inviato Vittorio Romano su perché Stasi avrebbe accettato dieci anni di carcere, Lovati ha risposto senza esitazioni:

“Perché temeva di essere ucciso. Qualcuno gli ha detto: ‘La tua ragazza è morta’. E già nel 2006, la Bozzola era nota per esorcismi e dicerie terribili”.

Massimo Lovati

L'intervista al padre di Sempio

Tra i momenti più toccanti della puntata, l’intervista al padre di Andrea Sempio, Giuseppe. L’uomo ha ribadito con forza l’alibi del figlio:

Era a casa con me. Non dobbiamo inventare nulla. Questa consapevolezza è la nostra forza, anche se viviamo sotto una pressione insopportabile”.

Racconta di avere trovato lo scontrino del libro comprato da Andrea a Vigevano nella loro auto mentre la puliva, e che fu la moglie a decidere di conservarlo. Quando gli viene chiesto se ha mai dubitato della versione del figlio, risponde:

“Andrea ama i libri, è un po’ particolare. Ma no, non ho mai dubitato. La verità è che le persone sono diventate cattive. C’è chi mi ha cacciato dai supermercati con lo sguardo, come se fossimo colpevoli per forza”.

Non manca un pensiero per la famiglia Poggi:

Non so come riescano ad andare avanti. Sono da ammirare. Ma anche noi, nel nostro dolore, abbiamo la nostra forza”.

 

Di nuovo nella villetta

Nel frattempo, gli investigatori sono tornati sul luogo del delitto. Il sospetto è che la scena del crimine, all’epoca analizzata in modo insufficiente, possa ancora nascondere elementi decisivi. Si riaccende anche un altro interrogativo: chi era davvero presente nella villetta quella mattina del 13 agosto 2007?

La giustizia ha condannato in via definitiva Alberto Stasi. Ma per molti, troppe domande restano senza risposta. E oggi più che mai, la verità sembra ancora nascosta tra le pieghe di una storia dai contorni oscuri e dolorosi.

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