CRONACA

Garlasco, la legale di Sempio: "L'impronta? 15 minuzie senza utilità giuridica"

A riferirlo è Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, il nuovo indagato sull'omicidio di Chiara Poggi

Garlasco, la legale di Sempio: "L'impronta? 15 minuzie senza utilità giuridica"
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Il caso Chiara Poggi si riaccende. Andrea Sempio: "Perché indagano solo me? Cosa avrò fatto per meritarmi tutto questo?" E' quanto riferito da Angela Taccia, legale difensore del nuovo indagato sull'omicidio di Garlasco, che aggiunge: "L'impronta? 15 minuzie senza utilità giuridica".

L'impronta

Il delitto di Garlasco torna sotto i riflettori con una nuova fase dell’inchiesta che chiama in causa Andrea Sempio. L’attenzione si concentra ora su un’impronta trovata nella villetta dei Poggi, l'impronta 33, attribuita dagli inquirenti al palmo della mano dell’amico di Marco Poggi, fratello della vittima Chiara.

Al centro dello scontro tra accusa e difesa c’è una traccia rinvenuta sulla scala che porta alla cantina. Secondo i consulenti della Procura di Pavia, ci sarebbero quindici punti di contatto che consentirebbero di ricondurre l’impronta proprio ad Andrea Sempio. Un elemento ritenuto rilevante nell’ambito della nuova indagine sull’omicidio avvenuto nel 2007.

L'impronta 33
L'impronta 33

"15 minuzie"

I legali di Sempio, però, non condividono questa lettura.

Leggo di 15 minuzie – spiega l’avvocata Angela Taccia al Tg2 – ma preciso che non comportano alcuna utilità giuridica. Non bastano a fondare un’accusa”.

Taccia, insieme al collega Massimo Lovati, sta per nominare un consulente di parte per contestare l’attribuzione.

Sempio andava in cantina

Che Sempio sia stato nella cantina della villetta non è in discussione. A confermarlo è lo stesso Marco Poggi, sentito l'altro giorno come testimone, che ha riferito che con l’amico a volte scendevano insieme per prendere videogiochi.

Sulla scala non c’era un corrimano –sottolinea ancora Taccia– quindi è plausibile che chiunque si sia appoggiato al muro per scendere".

L'impronta 10

Oltre all’impronta sulla scala, gli inquirenti stanno lavorando su un’altra traccia, la cosiddetta “impronta 10”, rilevata sul portoncino d’ingresso della casa. A oggi non è ancora stata attribuita a nessuno, ma potrebbe rappresentare un altro tassello da decifrare nel mosaico investigativo.

"Mio figlio è innocente"

Nel frattempo, continua la divisione anche sul piano emotivo. Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio, ha ribadito con convinzione:

Mio figlio è innocente. Vorrei incontrare i genitori di Chiara".

Famiglia, quest’ultima, che mantiene tuttavia scetticismo riguardo l’ipotesi di un nuovo colpevole.

"Perchè indagano solo me"

Le indagini su Andrea Sempio proseguono anche attraverso il materiale ritrovato nella sua abitazione. Alcuni biglietti scritti a mano, recuperati tra i rifiuti, sono ora al vaglio degli investigatori. In casa, inoltre, sono stati sequestrati dei diari personali.

“Lui ha scritto più volte ‘perché continuano a indagare solo me? Io non c’entro niente’ – riferisce l’avvocata Taccia sempre al Tg2 – ‘Cosa avrò mai fatto nella vita per meritarmi tutto questo?’”

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