Voghera, si riapre il caso Adriatici: la Procura chiede il processo per omicidio volontario
Il 20 luglio 2021 uccise Younes El Boussettaoui con un colpo di pistola. L’ex assessore leghista rischia fino a 21 anni

Caso Adriatici: la Procura di Pavia chiede il processo per omicidio volontario. L’ex assessore di Voghera, che ha sparato e ucciso Younes El Boussettaoui nel 2021, rischia fino a 21 anni di carcere.
Adriatici, chiesto processo per omicidio volontario
Si deciderà a settembre se Massimo Adriatici, ex assessore alla sicurezza del Comune di Voghera, dovrà affrontare un processo per omicidio volontario. La Procura di Pavia ha infatti formalmente richiesto il rinvio a giudizio per la morte di Younes El Boussettaoui, ucciso la sera del 20 luglio 2021 da un colpo di pistola sparato proprio da Adriatici. La data chiave è l’11 settembre: davanti al giudice dell’udienza preliminare Luigi Riganti si stabilirà se procedere o meno con il processo.
Rito abbreviato
L’imputato, 50 anni, potrebbe optare per il rito abbreviato, una scelta che, in caso di condanna, porterebbe a uno sconto di pena di un terzo (da 21 a 14 anni). Alla stessa udienza i genitori, i fratelli e le sorelle di Younes El Boussettaoui si costituiranno parte civile.
Riformulazione del capo d'imputazione
Il procedimento prende una nuova piega dopo che, nel novembre scorso, la giudice Valentina Nevoso aveva rigettato l’impostazione originaria dell’accusa – eccesso colposo di legittima difesa – chiedendo alla Procura di riformulare il capo d’imputazione in omicidio volontario, almeno con dolo eventuale. La pistola usata da Adriatici, una Beretta calibro 22, aveva il colpo in canna ed era caricata con proiettili a punta cava, considerati inadeguati per la difesa personale.
La "ronda armata"
Secondo l’accusa riformulata, Adriatici avrebbe svolto un vero e proprio servizio di “ronda armata”, violando così i doveri del suo ruolo istituzionale. I pm Fabio Napoleone e Stefano Civardi sostengono che l’ex assessore abbia pedinato Younes, soggetto noto alle forze dell’ordine per comportamenti molesti, e che dopo un alterco e una manata ricevuta al volto abbia sparato volontariamente, colpendo la vittima tra addome e torace. Younes morì per una grave emorragia interna.
Risarcimenti rifiutati
Nel tentativo di alleggerire il peso processuale, Adriatici ha proposto più volte risarcimenti ai familiari della vittima: prima 290mila euro, poi 200mila tramite un notaio di Voghera. Entrambe le offerte sono state respinte.
L’unica a trovare un accordo è stata la vedova, residente in Marocco, che ha accettato 250mila euro. In nessuna delle comunicazioni, però, l’imputato ha ammesso responsabilità per la morte del 39enne. L’udienza dell’11 settembre sarà il primo vero banco di prova per il futuro giudiziario di Massimo Adriatici.