Droga, armi ed estorsione per controllare le piazze di spaccio: quattro in arresto
Una struttura criminale organizzata e violenta, capace di gestire un fiorente traffico di droga attraverso una rete di postazioni mimetizzate nei boschi dell’Oltrepò

Spaccio tra i boschi dell’Oltrepò: smantellata rete criminale, in quattro finisco in manette per droga, armi ed estorsione. Le piazze di spaccio avevano nomi in codice e si muovevano tra Broni, Barbianello e Varese.
Rete di spaccio nell’Oltrepò Pavese
Una struttura criminale organizzata e violenta, capace di gestire un fiorente traffico di droga attraverso una rete di postazioni mimetizzate nei boschi dell’Oltrepò. È quanto emerso dall’operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Stradella, che ha portato all’arresto di quattro cittadini di nazionalità marocchina, ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi ed estorsione aggravata in concorso.
I provvedimenti cautelari, eseguiti nella giornata odierna (22 aprile 2025), sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Pavia e hanno coinvolto soggetti già detenuti nelle carceri di Pavia, Voghera, Napoli Poggioreale e nell’istituto penitenziario di Livorno “Isola di Gorgona”, per reati connessi agli stessi episodi.
Minacce, sequestri e violenza
Le indagini sono scaturite da una serie di aggressioni armate, avvenute tra il 2022 e il 2023 a Broni e nei dintorni, mirate a intimidire o eliminare concorrenti nella gestione delle piazze di spaccio. Tra gli episodi più gravi, il tentato omicidio di un cittadino magrebino nell’aprile 2022 e il sequestro e pestaggio di un altro connazionale nel novembre successivo.
Quest’ultimo, colpevole di aver tentato di staccarsi dal gruppo, fu minacciato con una pistola, legato, chiuso nel bagagliaio di un’auto e picchiato per costringerlo a tornare all’attività illecita sotto il controllo dell’organizzazione.
Guadagni da 3mila euro al giorno
Le intercettazioni (oltre 22.000 conversazioni monitorate) hanno rivelato una struttura spregiudicata, abile nel mantenere il controllo delle piazze attraverso intimidazioni, spostamenti frequenti e uso di “telefoni citofono” per coordinare le consegne con i clienti, in gran parte tossicodipendenti provenienti dalla provincia di Pavia, ma anche da quella di Piacenza.
Il giro d’affari era considerevole: si stima che i proventi giornalieri si aggirassero intorno ai 3mila euro, grazie alla vendita al dettaglio di cocaina, eroina e hashish.
Le piazze di spaccio
L’organizzazione aveva allestito le proprie basi in aree appartate e difficilmente accessibili, principalmente tra Broni e Barbianello. I luoghi, spesso boschetti o casolari abbandonati, erano identificati con nomi in codice: la Colombaia, la Xilopan, Cimitero, Casettina nella stradina e Casettina della notte. Questi punti erano scelti per il basso passaggio di persone e per la possibilità di controllare visivamente l’area, garantendo vie di fuga in caso di arrivo delle forze dell’ordine.
L’operazione dei Carabinieri ha permesso di smantellare una delle strutture di spaccio più radicate del territorio pavese, con ramificazioni anche in provincia di Varese. Un’indagine complessa, basata su intercettazioni e analisi minuziose, che ha fatto luce su un sistema criminale capace di operare nell’ombra, ma con un impatto quotidiano su interi territori.
(Foto di copertina: immagine di archivio)