SPORT E STORIA

La Milano-Sanremo 2025 parte da Pavia, un omaggio a Diego Marabelli

La Classicissima celebra il grande ciclista pavese, protagonista del ciclismo tra gli anni ’30 e ’40, amico di Coppi e sfidante di Bartali

La Milano-Sanremo 2025 parte da Pavia, un omaggio a Diego Marabelli
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La Milano-Sanremo 2025 parte da Pavia: un omaggio a Diego Marabelli, il ciclista pavese protagonista del ciclismo tra gli anni ’30 e ’40, amico di Coppi e sfidante di Bartali.

La Milano-Sanremo 2025 parte da Pavia, un omaggio a Diego Marabelli

Diego Marabelli nacque nel 1914 a Zerbo, un piccolo centro del Pavese meridionale. In seguito si trasferì con la famiglia a Cascine Calderari, frazione di Certosa di Pavia, insieme alla sorella Cirilla e ai genitori, Ettore e Annetta Parisio. La madre, figura di spicco nella comunità, fu a lungo presidente dell’Unione Donne di Azione Cattolica, sempre attiva nelle opere di bene. Probabilmente per questo motivo, Luigi Gedda, carismatico dirigente dell’Azione Cattolica nel secondo dopoguerra, gli fece visita, lasciandogli una foto con dedica:

“A Diego Marabelli con le più vive congratulazioni e i migliori auguri.”

Foto di Luigi Gedda con dedica a Marabelli

Negli anni Quaranta, la sua casa a Cascine Calderari divenne un punto di ritrovo per numerosi appassionati di ciclismo, tra cui Bruno Fassina, sindacalista, sindaco di Pavia e deputato al Parlamento.

Dopo il matrimonio con Giuseppina Villani, da cui ebbe un figlio, Inos, si trasferì a Pavia, dove aprì un negozio di biciclette in Corso Garibaldi. Il suo punto vendita divenne un riferimento per ciclisti e appassionati, frequentato anche da Alfredo Binda, cinque volte vincitore del Giro d'Italia e tre volte campione del mondo su strada.

La carriera ciclistica

Nel 1936, ancora dilettante, Marabelli fu selezionato per le Olimpiadi di Berlino. Gareggiò con leggende come Gino Bartali, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni. Nel 1938, il suo nome comparve tra le figurine della Gazzetta dello Sport, parte di una collezione di 25 pezzi, di cui 13 dedicati ai ciclisti.

Marabelli si distinse per talento e determinazione. Vinse tre tappe al Giro d’Italia e si classificò secondo in importanti competizioni: nel Giro di Lombardia 1936, alle spalle di Gino Bartali, e nelle Tre Valli Varesine 1937, dietro a Olimpio Bizzi. Tuttavia, diede il meglio soprattutto da dilettante, diventando in seguito direttore sportivo del Pedale Pavese.

Diego Marabelli (a sx) con Bartali sul Ghisallo nel Giro di Lombardia del 1936

Legato da una forte amicizia a Fausto Coppi, negli anni ’50 lo incontrava spesso a Pavia, alla Minerva. Insieme a un gruppo di cicloamatori, lo accompagnava in bici fino a Tortona.

All’età di 63 anni, spronato dall’amico Giuseppe Pirovano, alpinista e marito di Giuliana Boerchio (direttore de La Provincia Pavese dal 1972 al 1977), affrontò la salita di Canneto Pavese senza mani sul manubrio, dimostrando ancora una volta la sua abilità.

Diego Marabelli e la Milano-Sanremo

Se fosse stato ancora in vita, Diego Marabelli non avrebbe mancato l’appuntamento con la Milano-Sanremo del 22 marzo, in partenza per la seconda volta da Pavia.

Tra il 1936 e il 1947, partecipò a sei edizioni della Classicissima, ottenendo i seguenti piazzamenti:

1937:

  • 13º posto (vittoria di Cesare Del Cancia).
  • 2° alle Tre Valli Varesine dietro a Olimpio Bizzi.

1938:

  • 16º posto (vittoria di Giuseppe Olmo).
  • 11º al Giro d'Italia, con vittoria della 18ª tappa (Recoaro Terme > Bergamo).
  • 5º al Giro di Lombardia.
  • Vincitore della 11ª tappa del Giro dei Tre Mari (Catania > Messina).

1939:

  • 18º posto (vittoria di Gino Bartali).
  • 15º al Giro d'Italia, con vittoria della 8ª tappa (Pescara > Senigallia).

1940:

  • 24º posto (vittoria di Gino Bartali).
  • 15º al Giro d'Italia, con vittoria della 3ª tappa (Genova > Pisa).

1941:

  • 35º posto (vittoria di Pierino Favalli).

1943:

  • 18º posto (vittoria di Cino Cinelli).

Non partecipò alle edizioni del 1942, 1946 e 1947, mentre nel 1944 e 1945 la corsa fu sospesa per la guerra.

Nel 1946, al Giro d'Italia, si classificò 15º.

Da dilettante, nel 1936, arrivò 2º al Giro di Lombardia, battuto solo da Gino Bartali. Da professionista, nel 1942, fu 7º al Lombardia e vinse la Milano-Modena.

Le sue imprese furono così rilevanti che il 6 dicembre 1936, la Gazzetta della Domenica lo celebrò scrivendo:

"La graduatoria dei migliori dilettanti del 1936 esce automaticamente dall'esame delle gare promiscue con i professionisti di fine stagione; per cui il miglior dilettante dell'Anno XIV è stato Diego Marabelli."

Si ritirò a 33 anni, non riuscendo a vivere di ciclismo. Aprì il negozio di biciclette a Pavia, dove visse fino alla scomparsa nel 2006, lasciando un ricordo indelebile tra gli appassionati.

Il corridore nello speciale Rai "Coppi 100"

Nel 2019, la Rai di Milano trasmise lo speciale COPPI 100, con immagini inedite del Giro d'Italia 1940. In quei filmati, il nome di Diego Marabelli veniva citato otto volte, con immagini suggestive.

Il Giro del 1940: un'edizione storica

Partito da Milano, il Giro d'Italia 1940 prevedeva 20 tappe per un totale di 3.574 km. Su 91 iscritti, solo 47 giunsero al traguardo. Marabelli, vincitore della 3ª tappa, si classificò 15º nella generale.

In quell'edizione, Fausto Coppi, inizialmente gregario di Gino Bartali, conquistò il suo primo Giro d’Italia a soli 20 anni. Tuttavia, il 9 giugno, il trionfo fu oscurato dall’annuncio di Benito Mussolini, che dichiarò guerra a Gran Bretagna e Francia.

La Corsa Rosa si interruppe per cinque Edizioni a causa della Seconda Guerra Mondiale e riprese solo nel 1946, in un' Italia profondamente segnata dal conflitto.

La foto storica

Mentre si correva il Giro d'Italia 2023, mia moglie, Anna Legnani, ha ricevuto una preziosa fotografia da un collega del corso Unitre di inglese, Franco Cardinale di Pavia. L’immagine ritrae suo zio, Diego Marabelli, accanto a Gino Bartali sul Ghisallo, durante il Giro di Lombardia dell’8 novembre 1936, la trentaduesima edizione della corsa.

Diego Marabelli (a sx) con Bartali sul Ghisallo nel Giro di Lombardia del 1936

All’arrivo al Vigorelli di Milano, Marabelli, primo tra gli indipendenti, conquistò il secondo posto, giungendo a una ruota di distanza da Bartali, in maglia rosa. Percorse i 241 km della gara in 6 ore, 46 minuti e 00 secondi, con una media di 35,615 km/h. Dei 112 ciclisti partiti da Milano, solo 37 conclusero la corsa. Marabelli, che aveva esordito tra i professionisti appena un mese prima nella Coppa Città di Busto, si rivelò una delle grandi sorprese della competizione.

Il 13 novembre 1936, il settimanale diocesano Il Ticino celebrò la sua impresa con il titolo: "Superprova di Diego Marabelli nel Giro di Lombardia", scrivendo:

"I pavesi hanno trovato ancora il loro idolo nel campo ciclistico".

Anche Il Corriere della Sera del 9 novembre 1936, con la firma di Emilio De Martino, ne esaltò la prestazione:

"Un campione (Bartali, ndr) che si batte fisicamente con la fierezza del suo nome e del suo orgoglio; un giovane (Marabelli, ndr), un dilettante fino a ieri, che tiene duro, che se ne infischia della celebrità che tenta di demolirlo, che conosce soltanto la resistenza dei suoi muscoli e la generosità del suo cuore".

Alla gara erano presenti due leggende del ciclismo, Costante Girardengo e Alfredo Binda. Girardengo dichiarò:

"Marabelli è stato la rivelazione autentica del Giro di Lombardia. Ha saputo tenere testa a Bartali nel momento più difficile della gara, nonostante gli strappi continui del toscano lungo il Ghisallo e la salita snervante di Onno. Marabelli ha la pedalata del campione: è sintomatico come vada bene anche in discesa".

Binda aggiunse:

"Quel Marabelli mi ha sorpreso".

Anche la stampa nazionale riconobbe il talento emergente. La Stampa del 9 novembre 1936 scriveva:

"Marabelli è un ottimo scalatore, ha fondo, non manca di velocità. La squadra che se lo assicurerà per l'anno venturo farà un ottimo acquisto".

Ancora più eclatante il titolo in prima pagina de La Gazzetta dello Sport del 9 novembre:

"Una corsa elettrica che batte da lontano ogni precedente media oraria. Bartali 'maglia rosa' vince il Giro di Lombardia a ritmo irrefrenabile dopo essere scappato al Ghisallo con la recluta Marabelli e il moschettiere Barral".

Il 6 dicembre 1936, La Gazzetta della Domenica lo consacrò miglior dilettante dell’anno, scrivendo:

"La graduatoria dei migliori dilettanti del 1936 esce automaticamente dall'esame dei risultati delle gare promiscue con i professionisti di fine stagione; per cui il migliore dilettante dell'anno XVI è stato Diego Marabelli".

La Gazzetta dello Sport

L'emozione di una cartolina storica

Il 1° maggio 1937, La Gazzetta dello Sport inaugurò la serie di cartoline dedicate ai grandi atleti: "I Campioni dello Sport", con immagini firmate da Giuseppe Farabola (Milano). La collezione, composta da 25 pezzi (di cui 13 ciclisti), includeva anche una cartolina dedicata a Diego Marabelli.

Conoscevo l’esistenza di questa serie, ma non ero mai riuscito a trovare la cartolina di Marabelli. A sorpresa, il 19 maggio 2023, l’ho ricevuta per posta grazie a mio nipote Francesco, quindicenne, che l’ha acquistata su eBay per 19 euro, spedita da Opera (MI). La cartolina, non viaggiata, misura 10,5 x 15 cm.

Sul retro è riportata una nota biografica, ma con un errore: si legge che Marabelli nacque a Certosa di Pavia il 23 marzo 1913, mentre in realtà nacque a Zerbo (PV) il 23 febbraio 1914. Trasferitosi con la famiglia a Cascine Calderari, frazione di Certosa, seguì il padre Ettore, agricoltore.

Errori del genere sono comuni nel collezionismo, sia per monete, francobolli o fumetti. Tuttavia, paradossalmente, proprio queste inesattezze possono rendere alcuni pezzi ancora più rari e preziosi.

Marabelli fu professionista dal 1936 al 1947, con un palmarès ricco di vittorie sia tra i dilettanti che tra i professionisti. Ritrovare questa cartolina non è solo un documento storico, ma un modo per preservare la memoria di un grande atleta, per la famiglia e per gli appassionati di ciclismo di oggi e di domani.

Autografi e cartoline dedicate

La passione per gli autografi, le cartoline autografate e i cimeli sportivi esiste da sempre. Oltre al valore affettivo, questi oggetti possono avere anche un notevole valore economico: una foto di Fausto Coppi oggi vale tra i 150 e i 200 euro, mentre una di Gino Bartali tra i 100 e i 150 euro.

Anche Diego Marabelli, mio zio acquisito (fratello di mia suocera), aveva estimatori in Italia e all’estero, specialmente in Francia, Svizzera e Spagna. Ne ho avuto la prova di recente, ritrovando alcune lettere di appassionati che gli chiedevano cartoline e fotografie.

Pavia Porta Garibaldi, 2 giugno 2005 - Diego Marabelli con la nipote Anna Legnani

Un tifoso, firmatosi Documentaliste "VELO UN", scrisse:

"Le sarei grato se potesse inviarmi alcune cartoline per i miei archivi, nel ricordo della sua carriera ciclistica".

Un altro appassionato, Stephane Gardes di Noisy Le Sec (Francia), gli scrisse:

"Carissimo, mi chiamo Stefano. Oltre a essere un appassionato di ciclismo, colleziono cartoline e fotografie dedicate. La sua mi manca, come l'acqua alla fonte. Avrebbe la gentilezza di inviarmene una o due? La ringrazio per la sua preziosa collaborazione".

Questi episodi dimostrano quanto Diego Marabelli fosse presente e ricordato tra gli appassionati di ciclismo e collezionismo.

Emanuele Gallotti di Pavia, Nipote acquisito di Diego Marabelli

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