Tassa di soggiorno a Pavia: il Comune accelera, ma le opposizioni frenano
L’amministrazione punta ad applicare l’imposta a partire dal 1° luglio, partendo con una tariffa contenuta di due euro a notte

Il Comune accelera sull'introduzione della tassa di soggiorno per i turisti a Pavia: la nuova imposta dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 1° luglio e costerà due euro a notte. Confedilizia e operatori economici chiedono garanzie sull’impiego dei fondi.
Tassa di soggiorno a Pavia
Il Comune di Pavia stringe i tempi per l’introduzione della tassa di soggiorno. Dopo una serie di incontri con le associazioni di categoria, l’amministrazione punta ad applicare l’imposta a partire dal 1° luglio 2025. L’assessore al Bilancio, Matteo Pezza, ha annunciato che il provvedimento verrà discusso in Giunta e successivamente portato in Consiglio comunale entro la fine del mese i marzo per l’approvazione definitiva.

Due euro a notte
La tassa di soggiorno sarà di due euro a notte per persona, applicata per un massimo di tre notti consecutive, indipendentemente dal tipo di struttura ricettiva: hotel, bed & breakfast o affitti brevi. Sono previste esenzioni per coloro che soggiornano a Pavia per motivi non turistici, come l’assistenza a familiari ricoverati nelle strutture sanitarie della città.
Confedilizia chiede chiarezza
La proposta ha sollevato critiche da parte di Confedilizia, che teme ripercussioni negative sul turismo locale e sui piccoli proprietari che affittano le proprie abitazioni. Tuttavia, l’associazione ha mostrato apertura alla misura, a condizione che i proventi siano destinati a interventi concreti per la valorizzazione dei monumenti e per l’organizzazione di eventi di richiamo turistico.
Contrari opposizioni e operatori economici
La tassa non trova consenso nemmeno tra le forze di opposizione in Consiglio comunale, che hanno ricevuto il sostegno del vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.
“Di fronte agli annunci di sempre più Comuni che intendono introdurre o alzare la tassa di soggiorno, oppure imporre ticket d’ingresso in alcune zone delle città, la Lega ribadisce di essere contraria a queste misure. E questo vale ovunque. Da Pavia a Napoli, da Venezia a Roma o altrove. Limitare l’accesso ai turisti o pretendere che paghino sempre di più non è la soluzione al sovraffollamento, ma solo un modo per ostacolare la crescita del turismo nel nostro Paese", ha affermato Centinaio.
La critica non si limita alle sole misure fiscali, ma punta anche a come vengono utilizzati i proventi di queste tasse: "Gli introiti della tassa di soggiorno spesso finiscono per essere utilizzati per ripianare i bilanci di altri settori", ha continuato.

Anche molti operatori del settore, dagli albergatori ai gestori di bed & breakfast, manifestano perplessità, pur riconoscendo che Pavia rappresenta un’eccezione tra i capoluoghi lombardi, che da tempo applicano questa imposta.
"Per promuovere la città"
L’amministrazione comunale conferma che la legge impone di destinare i proventi della tassa di soggiorno alla promozione turistica della città.
“Le risorse saranno impiegate per migliorare la cartellonistica, organizzare eventi e recuperare aree con potenziale turistico”, ha dichiarato l’assessore Pezza.
Provvedimento ormai certo
Nonostante le polemiche, l’introduzione della tassa di soggiorno appare ormai inevitabile. Pavia si allineerà così ad altri capoluoghi lombardi, partendo con una tariffa contenuta di due euro a notte. Resta da vedere se le risorse generate saranno effettivamente impiegate per potenziare l’attrattività turistica della città.