Strage maiali rifugio "Cuori Liberi", il Tar dà ragione ad Ats
Le associazioni animaliste annunciano ricorso al Consiglio di Stato contro una sentenza definita "miope e ingiusta"
Sentenza Tar sul caso "Cuori Liberi", negato il risarcimento e giustificato l'operato dell'Ats: le associazioni animaliste annunciano ricorso al Consiglio di Stato "contro una sentenza miope e ingiusta".
Strage maiali rifugio "Cuori Liberi", il Tar dà ragione ad Ats
La sentenza emessa dal TAR di Milano sul caso dei maiali abbattuti al Rifugio Progetto Cuori Liberi di Sairano di Zinasco ha sollevato un'ondata di indignazione e preoccupazione. Il Tribunale Amministrativo ha infatti respinto il ricorso delle associazioni animaliste, giustificando l’operato dell’ATS di Pavia con il richiamo ai regolamenti europei e alla necessità di tutelare la salute pubblica e gli allevamenti circostanti.
La vicenda riguarda l’abbattimento di alcuni suini ospitati nel rifugio, a seguito della conferma di un focolaio di Peste Suina Africana (PSA). Il TAR ha sottolineato l’assenza di alternative terapeutiche per gli animali colpiti dalla malattia, avvalorando la procedura di abbattimento come misura necessaria. Tuttavia, le associazioni coinvolte, tra cui LAV e LNDC Animal Protection insieme alla Rete dei Santuari di Animali Liberi, contestano fermamente questa decisione e annunciano battaglia legale al Consiglio di Stato.
Le critiche delle associazioni animaliste
Le associazioni denunciano una visione ristretta e obsoleta delle normative europee. La PSA, pur essendo una patologia letale per i suini, non rappresenta un pericolo per la salute umana, non essendo una zoonosi.
“L’abbattimento sistematico degli animali infetti impedisce qualsiasi possibilità di studio su terapie e gestione della malattia,” sottolineano gli animalisti.
A differenza degli allevamenti intensivi, dove gli animali vengono mantenuti in condizioni di sovraffollamento, al Rifugio Cuori Liberi i maiali ricevevano cure costanti e attenzioni individuali da parte dei volontari.
Una delle accuse mosse all’ATS di Pavia riguarda l’intervento tardivo per eseguire l’eutanasia su alcuni animali sofferenti. Secondo le associazioni, l’arrivo ritardato dell’agenzia sanitaria avrebbe peggiorato la situazione, portando alla morte naturale degli esemplari prima dell’intervento programmato.
L'applicazione delle deroghe
Un altro punto chiave sollevato riguarda l’applicazione delle deroghe. Le associazioni sostengono che i suini ospitati nei rifugi, definiti non DPA (destinati alla produzione alimentare), non debbano essere trattati alla stregua degli animali da allevamento. Essi non sono infatti parte del circuito commerciale di trasporto, ingrasso e macellazione, che rappresenta un rischio maggiore per la diffusione del virus. Al contrario, i maiali del rifugio vengono considerati a tutti gli effetti animali da compagnia, con un valore affettivo e sociale.
“La sentenza del TAR ignora l’evoluzione della società nel rapporto con gli animali e la natura”, affermano i portavoce delle associazioni.
La Costituzione italiana, con le recenti modifiche, riconosce la necessità di tutelare gli animali, ma l’attuale quadro normativo resta ancorato a logiche obsolete, pensate per il settore zootecnico.
Verso il Consiglio di Stato
La decisione del TAR viene quindi giudicata “miope e ingiusta” dalle associazioni, che annunciano un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere giustizia.
“Non è accettabile che un maiale, solo per essersi ammalato, venga condannato a morte senza margine di valutazione”, concludono le organizzazioni animaliste. La battaglia legale non riguarda solo il rifugio Cuori Liberi, ma pone un interrogativo più ampio sulla tutela degli animali e sulla necessità di una normativa che tenga conto delle loro diverse condizioni e contesti di vita.
L'irruzione nel rifugio
Il 20 settembre 2023, la polizia, in tenuta anti sommossa, aveva fatto irruzione con la forza nel rifugio, consentendo ai veterinari di eseguire la condanna a morte dei maiali venuti a contatto con il virus della peste suina e manganellando gli attivisti che tentavano di difendere gli animali.
L'operazione era stata avviata alle prime luci dell’alba. Al rifugio di Zinasco arrivarono circa una decina di camionette e auto della polizia con uomini in assetto anti-sommossa. A loro il compito di forzare il presidio all’ingresso e permettere l'accesso alla struttura ai veterinari di Ats.
I veterinari dell’Ats hanno poi proceduto, mediante iniezione letale, a sopprimere i maiali ospitati nel rifugio.
"Strage di 9 maiali perfettamente sani"
"Lo sgombero violento del presidio in difesa dei suini del rifugio Cuori Liberi a Sairano di Zinasco, iniziato questa mattina all'alba, si è concluso con la strage di 9 maiali ancora perfettamente sani", aveva dichiarato Sara d'Angelo della Rete dei santuari di animali liberi in Italia, coordinatrice del presidio spontaneo al quale avevano partecipato attiviste e attivisti da tutta Italia, barricati dentro il rifugio per impedire l'esecuzione dell'ordinanza di abbattimento degli animali.