LA SENTENZA

Violenze in carcere su Jordan Jeffrey Baby (poi morto suicida), condannato l’amico trapper Traffik

Alla condanna si aggiungono il pagamento delle spese processuali e un risarcimento di 20mila euro alla parte civile, rappresentata dal padre di Jordan

Violenze in carcere su Jordan Jeffrey Baby (poi morto suicida), condannato l’amico trapper Traffik
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Il tribunale di Pavia ha riconosciuto colpevole Gianmarco Fagà, trapper di 28 anni noto come Traffik, per i maltrattamenti subiti da Jordan.

Condannato il trapper Traffik per maltrattamenti su Jordan

I segni di violenza sul volto di Jordan Tinti, in arte Jordan Jeffrey Baby, detenuto nel carcere di Torre del Gallo, avevano destato sospetti sin dall'inizio. Il tribunale di Pavia ora ha riconosciuto la colpevolezza di Gianmarco Fagà, trapper 28enne noto come Traffik, per i maltrattamenti subiti da Jordan.

Condannato a 3 anni

All'amico di Jordan Jeffrey Baby, il tribunale di Pavia ha inflitto una condanna a 3 anni e un mese di reclusione. Alla condanna si aggiungono il pagamento delle spese processuali e un risarcimento di 20mila euro alla parte civile, rappresentata dal padre di Jordan.

Le difficoltà processuali

Il legale della famiglia Tinti, ha espresso soddisfazione per la sentenza, considerando l’esito del processo come una conferma della verità sui fatti, nonostante le difficoltà emerse durante il dibattimento. Alcuni testimoni avevano infatti rilasciato dichiarazioni divergenti rispetto a quelle fornite in fase d’indagine, rendendo il procedimento particolarmente complesso.

È emerso inoltre che alcuni testimoni avevano anche subito minacce per evitare che deponessero, sia durante le indagini che nel corso del processo. Lo stesso Jordan aveva ricevuto messaggi intimidatori mentre si trovava in carcere, nei quali gli veniva richiesto di ritirare la denuncia. In caso contrario, gli era stato fatto intendere che la vicenda sarebbe diventata di dominio pubblico.

Il suicidio in carcere

Jordan Jeffrey Baby, trapper di 26 anni, è stato ritrovato senza vita il 12 marzo scorso in una cella del carcere di Pavia. La sua morte è attualmente oggetto di un’indagine separata da parte della procura, che sta cercando di chiarire le circostanze del decesso.

Durante il processo, un operatore del carcere ha testimoniato sulle condizioni di sorveglianza all'interno dell’istituto, spiegando che i controlli non sono così costanti come dovrebbero essere. Questa testimonianza potrebbe rivelarsi determinante per l’indagine sulla morte di Jordan.

Jordan era stato arrestato per una rapina con aggravante dell’odio razziale perché con Fagà avrebbe aggredito una persona di colore.  Per questa azione il trapper era stato condannato a 16 mesi di reclusione durante i quali avrebbe subito maltrattamenti e violenza sessuale. L'avvocato, insieme al padre del 27enne, chiede "giustizia" e vuole "sapere cosa è successo", evidenziando "fondati dubbi che si sia trattato di un atto volontario" e segnalando "diverse anomalie".

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