Peste suina africana, carcasse di suino abbandonate in strada: la denuncia di un attivista
Norme di biosicurezza non rispettate negli allevamenti pavesi
La peste suina africana arrivata all'interno del territorio pavese ha colpito tutti i cittadini, causando un danno economico insostenibile dagli allevatori locali che continuano a chiedere aiuto. C'è però un'altra faccia della medaglia, la quale non viene mostrata dagli allevatori.
Peste suina africana nel pavese
Quella pavese è la provincia più colpita all'interno della regione Lombardia, ad oggi il numero dei suini abbattuti è esorbitante e le zone di restrizione continuano a mettere in difficoltà gli allevatori. A Pavia però esiste un'altra faccia della medaglia che, grazie alle riprese di un attivista, Food for profit ha portato alla luce.
Da mesi l'attivista ha monitorato un allevamento situato nel pavese per scoprire cosa si cela realmente negli allevamenti. Le immagini ritraggono carcasse di suini ricoperti di mosche, gatti che si arrampicano sui suini ormai morti e volatili che ne beccano la carne e, nonostante questo scenario sia già raccapricciante, la realtà nasconde infiniti altri scenari che raccontano la realtà vissute all'interno di numerosi allevamenti in cui le norme di biosicurezza non vengono rispettate, aumentando così il rischio di contagio.
Da febbraio sto monitorando che cosa accade in un allevamento della provincia, che è visibile dalla strada – ha detto l’attivista – e ho visto diverse carcasse abbandonate in strada. L’ultima volta è capitato circa una settimana fa, quando c’erano due suini morti cosparsi di mosche”.
“Siamo convinti che vedendo il video l’autorità giudiziaria si farà sentire per avere maggiori informazioni – ha proseguito l’uomo – perché quanto è stato documentato è molto grave. Non dimentichiamo che l’allevamento si trova in una zona di restrizione, a breve distanza da un focolaio di Peste suina africana. Gli sportivi che vanno a correre nelle campagne sono costretti a cambiarsi le scarpe come prevede l’ordinanza del commissario straordinario alla peste suina, l’allevatore invece lascia le carcasse che emanano un odore nauseabondo percepibile anche da chi si ferma a fare rifornimento sulla strada senza rispettare le imposizioni per limitare il diffondersi del virus”.