Aggressioni negli ospedali, 50 medici ed infermieri in fuga dal pavese
Professionisti preoccupati per la propria incolumità
Continua ad aumentare il numero delle aggressioni subite dai medici e gli infermieri all'interno delle strutture sanitari. Sono attualmente 50 i sanitari in fuga da Pavia che, preoccupati della propria incolumità, hanno richiesto il trasferimento.
Aggressioni nelle strutture sanitarie
Il numero delle aggressioni nelle strutture sanitarie è in continua crescita e questo spaventa gli operatori che lavorano a stretto contatto con il pubblico. Seppur si parla di professionisti che tentano in ogni modo di salvare vite umane, le vite in pericolo sono proprio le loro.
Il tasso di aggressioni all'interno dei pronto soccorsi è elevato ed i professionisti sanitari rischiano la vita quotidianamente per via della mancanza di agenti all'interno delle strutture nonostante le continue richieste d'intervento da parte degli operatori.
Il 98% delle strutture sanitarie risulta scoperto negli orari notturni, negli ultimi 10 anni non si era mai registrato un livello di emergenza così preoccupante. Per questo motivo il Nursing Up Sindacato Nazionale Infermieri chiede al Viminale un dossier dettagliato sulla presenza delle forze dell’ordine negli ospedali italiani.
"Fino a quando non sarà garantito almeno un agente h24 nei grandi ospedali delle città capoluogo, servirà davvero l’esercito come abbiamo chiesto da tempo. Ma con presenze fisse di questi ultimi, perché le ronde non servono a nessuno, così come possono fare ben poco le vigilanze private. Serve un ulteriore dispiegamento di forze rapportato all’elevata gravità di quanto sta accadendo, forze che però al momento non ci sono o non sono sufficienti, come risulta dalle nostre indagini" dice Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
"Non è una esagerazione, nei grandi pronto soccorsi italiani, in particolare nel cuore della notte, tra facinorosi, tossicodipendenti, esagitati e soggetti poco raccomandabili, per gli infermieri e i medici, in particolare per le nostre donne della sanità, le più esposte in questo "delicatissimo momento storico", si lavora davvero a rischio della propria vita."
Aggressioni nel pavese
Solo in un anno sono quasi 300 le aggressioni registrate all'interno del territorio pavese. Per questo motivo ad oggi sono 50, tra medici ed infermieri, che hanno richiesto il trasferimento per paura di essere aggrediti durante il turno di lavoro.
I sanitari maggiormente a rischio sono gli professionisti che operano nei pronto soccorsi. la fuga dei medici e gli infermieri comporta inoltre un incremento di ore lavorative per i professionisti restanti. Al Policlinico San Matteo di Pavia, per far fronte alla loro fuga, saranno assunti 35 professionisti, tra anestesisti, oncologi e medici di emergenza urgenza.
Manca però un presidio delle Forze dell'Ordine. Attualmente in corso le selezioni per le Guardie Armate per garantire maggiore sicurezza nelle strutture pavesi, già dotate di telecamere di videosorveglianza attive 24 ore su 24.