Un allevatore e un veterinario indagati per i contagi di Peste Suina Africana negli allevamenti
Trascuratezza e violazioni delle norme nel mirino della Procura di Pavia
Parte un'inchiesta sulla Peste Suina Africana: trascuratezza e violazioni delle norme nel mirino della Procura di Pavia. Indagati un allevatore e un veterinario.
Peste Suina Africana: 2 indagati
La Procura di Pavia ha avviato una nuova indagine in merito alla recente ondata di Peste Suina Africana (PSA) che ha colpito la provincia, causando la scoperta di 13 focolai in altrettanti allevamenti. Al centro dell'inchiesta ci sono sospetti di comportamenti negligenti da parte di chi era responsabile del rispetto delle norme di biosicurezza, con particolare attenzione a un allevamento di Vernate.
Carcasse sotterrate
L'ipotesi che si sta sviluppando è quella di una possibile responsabilità umana, distinta dalle altre cause, come la possibilità che i cinghiali siano stati vettori del virus. L’attenzione si è concentrata su un allevamento a conduzione familiare, dove i carabinieri del Nas di Cremona hanno rinvenuto circa venti carcasse di maiali sotterrate nel retro del capannone, tutte risultate positive al virus della peste suina africana.
Focolaio iniziale dell'epidemia
Le autorità ipotizzano che l'allevamento di Vernate possa essere stato il focolaio iniziale dell’epidemia, sebbene sia classificato come quarto focolaio in Regione. L'assenza di misure adeguate di biosicurezza potrebbe aver favorito la diffusione del virus.
Indagati veterinario e allevatore
Il veterinario dell’azienda e l’allevatore sono attualmente indagati, con ulteriori accertamenti in corso per stabilire il loro ruolo nella propagazione della malattia. Ma la lista degli indagati potrebbe ampliarsi, poiché l’inchiesta sta esaminando le posizioni di altri soggetti coinvolti.
La diffusione dell'epidemia ha finora portato all'abbattimento di oltre 56.000 suini nella provincia di Pavia.
Le norme di biosicurezza
Dunque se da un lato i cinghiali sono considerati possibili vettori del virus, dall’altro l’inchiesta si concentra sull’eventuale violazione delle norme di biosicurezza. Queste norme impongono misure rigorose per prevenire il contagio, come la pulizia e disinfezione delle attrezzature da caccia, e il cambio di abbigliamento e calzature per chi entra e esce dagli allevamenti. Inoltre, gli allevatori devono segnalare immediatamente i sintomi di peste suina africana e i casi di mortalità anomala. Tuttavia, l'allevamento di Vernate sembra non aver rispettato tali prescrizioni, alimentando i sospetti di negligenza.
L'inchiesta è ancora in fase iniziale, e gli inquirenti stanno lavorando per chiarire il ruolo di ciascuno nel contagio, mentre l'epidemia continua a espandersi e a mettere a dura prova il settore dell'allevamento suino.