Salvini all'Università di Pavia: "Se si vogliono abbassare le bollette degli italiani il nucleare è un dovere"
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è intervenuto durante il convegno "Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico"
Ieri il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è intervenuto all'Università di Pavia durante il convegno "Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico" sottolineando il suo parere favorevole all'energia nucleare: "Lo farei anche domani mattina".
Salvini a Pavia
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha ribadito con fermezza il suo sostegno all'uso dell'energia nucleare in Italia durante il convegno "Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico", organizzato ieri, lunedì 15 aprile 2024, da iWeek presso l'Università di Pavia. Salvini ha affermato di non avere dubbi sulla sua posizione, dichiarando: "Lo farei anche domani mattina".
Secondo Salvini, il nucleare è essenziale per ridurre le bollette energetiche per i cittadini e le imprese italiane. Ha citato il caso dei francesi, che grazie alle numerose centrali nucleari pagano le bollette della luce fino al 30% in meno rispetto agli italiani. Ha sottolineato che il nucleare di ultima generazione è più sicuro, più pulito e più conveniente rispetto ad altre fonti energetiche.
Il Ministro ha, inoltre, annunciato il suo impegno affinché entro il 2024 l'Italia torni nel contesto civile e vantaggioso del nucleare, auspicando un consenso da parte delle forze di maggioranza. Ha dichiarato che, se necessario, la Lega proporrà un referendum sull'argomento e si occuperà della raccolta delle firme, poiché ritiene che gli italiani siano favorevoli al ritorno al nucleare.
Nucleare a supporto delle rinnovabili
Al convegno è intervenuto anche il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha sottolineato l'importanza del "nuovo nucleare" nel contrastare i cambiamenti climatici. Ha evidenziato che l'Italia necessita di molta energia per rivoluzionare il suo sistema produttivo e ha proposto l'uso del nucleare come energia di supporto alle fonti rinnovabili.
Il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, ha aggiunto che l'Europa deve investire in capacità energetiche proprie e ha chiesto un grande fondo per sostenere gli investimenti delle imprese italiane su temi strategici, come l'energia.
L'argomento del nucleare resta quindi al centro del dibattito politico ed economico in Italia, con opinioni divergenti ma un chiaro obiettivo comune: garantire un futuro energetico sostenibile e competitivo.
Italiani e nucleare
Ma quale è veramente l'opinione degli italiani in merito? A darci una risposta è proprio l'indagine “Nucleare italiano per i cittadini, le imprese e il territorio” realizzata da SWG e presentato ieri all'Università di Pavia. Ne risulta che il 51% degli italiani voterebbe a favore della costruzione di centrali nucleari di nuova generazione se oggi fosse indetto un referendum consultivo, dove i soggetti più favorevoli si registrano tra la popolazione di sesso maschile (62%), tra gli under 34 (58%) e tra i residenti del Nord Ovest del Paese. Quasi sei cittadini su dieci, inoltre, sono a favore dell’implementazione delle nuove tecnologie nucleari in Italia. E il 65% considera un rimpianto che l’Italia potrà avere oggi e in futuro l’aver rinunciato negli anni scorsi allo sviluppo delle tecnologie per l’energia nucleare.
L'indagine è stata condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne composto da 800 intervistati tra il 9 e l'11 aprile 2024. I dati sono stati ponderati secondo i parametri di genere, età, macroarea geografica e partito votato alle ultime elezioni. Il sondaggio è stato presentato nel dettaglio lunedì 15 aprile da Riccardo Grassi, Direttore di Ricerca di SWG.
La ricerca ha evidenziato, tra l’altro, il bisogno di maggiore informazione sul nucleare: la consapevolezza della complessità del tema porta 3 italiani su 4, in una percentuale che oscilla tra il 74% e il 77% in base alle domande poste, a chiedere di saperne di più. Solo il 34% degli intervistati ha detto di essere infatti a conoscenza dell’evoluzione delle nuove tecnologie per la progettazione di centrali nucleari e della sicurezza connessa ai reattori di nuova generazione, mentre il 31% si ritiene informato su come vengano gestiti i rifiuti radioattivi.
Di contro, sia i grandi reattori di terza e quarta generazione, gli Small Modular Reactors, gli Advanced Modular Reactors che i Micro Modular Reactors sono considerati sicuri e green da oltre il 70% degli italiani, capaci quindi di assicurare la produzione di energia a emissioni zero senza sostanziali rischi per la popolazione, al punto che sono sempre di più coloro che accettano l’ipotesi che le centrali siano collocate vicino alla propria abitazione: ciò è vero in particolare per i reattori di taglia più piccola, come gli SMR e gli MMR. Ampio anche il consenso, variabile tra il 61% e il 65%, verso l’utilizzo del nucleare sia come fonte energetica complementare alle rinnovabili, sia come sostegno alle industrie energivore e alle comunità isolate. Le nuove tecnologie nucleari sono viste poi come un vantaggio in termini ambientali, di sviluppo e di opportunità lavorative da oltre il 70% del campione.
L’indagine restituisce un quadro in cui nei confronti del nucleare la popolazione è sempre più attenta e pragmatica, lontana da approcci ideologici e bisognosa piuttosto di maggior conoscenza, ben disposta a considerare il rapporto costi-benefici per famiglie e aziende.
“I risultati di questo sondaggio testimoniano quanto, a soli sei mesi dalla scorsa edizione di iWeek, sia cambiata la percezione degli italiani riguardo il nucleare, sempre più accettato dalla popolazione come fonte di energia sicura, affidabile e carbon free. La giornata di Pavia risponde all’esigenza di promuovere un confronto costruttivo tra imprese, università e istituzioni sulle esperienze e le conoscenze dei protagonisti della tecnologia nucleare italiana, in vista di una sua possibile reintroduzione nel nostro Paese, sia perché capace di assicurare gli ambiziosi traguardi del Green Deal europeo, sia come risposta efficace ai fabbisogni energetici dei territori. Se a ciò si aggiunge la difficile situazione geopolitica dei tempi che stiamo vivendo, il nucleare risulta essenziale per la sicurezza energetica nazionale: l'approvvigionamento delle fonti fossili è infatti sempre più a rischio”, dichiara Andrea Vento, CEO di V&A – Vento & Associati.