Nuova aggressione in carcere, prognosi di venti giorni, SAPPE: "Non si può più lavorare così"
Disordini dopo i festeggiamenti della fine del Ramadan
Ennesima aggressione nel Carcere di Pavia, personale della Polizia Penitenziaria aggredito da un detenuto dopo i festeggiamenti della fine del Ramadan.
Aggredito un Poliziotto
Negli ultimi giorni si è verificato un altro episodio di violenza all'interno della Casa Circondariale di Pavia, alcuni detenuti dopo aver festeggiato la fine del Ramadan hanno iniziato a creare dei disordini durante l'operazione di chiusura.
Mentre il personale della Polizia Penitenziaria tentava di riportare l'ordine, uno dei detenuti ha aggredito un Poliziotto, colpendolo al volto con una testata. La vittima dell'aggressione è stata poi accompagnata al Pronto Soccorso, dove ha ricevuto le cure necessarie ed è stato poi dimesso con una prognosi di 20 giorni.
Gli interventi del SAPPE
Il Segretario Generale per la Regione Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (ovvero la SAPPE), Alfonso Greco, mostra la sua vicinanza al Poliziotto colpito e gli augura una pronta guarigione a nome del Sindacato.
Il SAPPE augura una pronta guarigione al collega e auspichiamo che l’Amministrazione Penitenziaria possa porre fine a questa violenza nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria oramai esausto di subire aggressioni da parte della popolazione detenuta.
Ad intervenire è anche il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che oltre ad esprimere la sua solidarietà nei confronti del Poliziotto sollecita le problematiche presenti al Reparto Operativo di Pavia.
Interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze. - soffermandosi poi sulla necessaria prevenzione.
Prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici).