Rivolta nel carcere di Pavia, dopo quattro anni rinviati a giudizio 68 imputati
Dovranno rispondere del reato di devastazione e saccheggio
Rinviati a giudizio 68 imputati dopo la rivolta nel carcere di Pavia avvenuta nel marzo del 2020: dovranno rispondere di devastazione e saccheggio.
Rivolta nel carcere di Pavia: 68 rinviati a giudizio
Nella giornata odierna, 7 marzo 2024, si è conclusa l'udienza preliminare relativa ai gravi fatti di devastazione e saccheggio avvenuti nel marzo 2020 presso la Casa Circondariale di Torre del Gallo a Pavia. Il Giudice per le Udienze Preliminari, dottor Guglielmo Leo, ha emesso il rinvio a giudizio di 68 imputati per il reato di devastazione e saccheggio, oltre ad alcune ipotesi di resistenza.
Il Giudice, ritenendo corretta la qualificazione giuridica proposta dall'Ufficio di Procura, non ha accolto le sollecitazioni avanzate dalle difese dei 68 imputati per la riqualificazione dei fatti in reati meno gravi, come il danneggiamento.
Tre sentenze per rito abbreviato
Inoltre, in questa stessa giornata, il GUP ha definito le posizioni di coloro che avevano fatto richiesta di giudizio abbreviato. Sono state pronunciate tre sentenze di condanna, con pene che vanno dalla reclusione di 7 anni e 6 mesi, a 4 anni e 3 anni e 10 mesi, rispettivamente. Al contempo, sono state emesse cinque sentenze di assoluzione per posizioni minori.
Danni per 500mila euro
L'episodio di devastazione e saccheggio ha causato danni notevoli al Carcere di Pavia, con stime che ammontano a circa 500mila euro.
Nella giornata di domenica 8 marzo 2020, come in tante altre carceri, anche a Pavia scoppiarono disordini all'interno della casa circondariale. La protesta fu messa in atto dai detenuti a causa delle limitazioni dei contatti con parenti e assistenti sociali imposte per il contenimento del contagio del Coronavirus.
I detenuti presero in ostaggio due agenti di Polizia Penitenziaria. Rubarono le chiavi delle celle e poi liberarono decine di carcerati. Inoltre furono bruciati i materassi e messe a ferro e a fuoco diverse celle. All'esterno si era invece radunata una folla di parenti di detenuti. Per contenere gli animi dovettero intervenire gli uomini della Polizia di Stato e i militari dell'Arma. Dopo circa tre ore i due agenti penitenziari furono liberati ma uno di loro rimase ferito dopo essere stato colpito da un estintore.
Lo stesso giorno, disordini si registrano anche nel carcere di Opera. Pesante invece il bilancio nella casa circondariale di Modena dove, in circostanze ancora da accertare, morirono tre detenuti.