CULTURA

I musei da visitare gratis in provincia di Pavia domenica 4 febbraio 2024

Questo fine settimana torna "Domenica al museo", l'iniziativa promossa dal Ministero della Cultura

I musei da visitare gratis in provincia di Pavia domenica 4 febbraio 2024
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Anche per il mese di febbraio, torna l'iniziativa "Domenica al Museo" promossa dal Ministero della Cultura che permette agli utenti ogni prima domenica del mese di visitare gratis tantissimi musei e parchi in tutta Italia. Scopriamo insieme quelli della provincia di Pavia.

I musei da visitare gratis a Pavia

Tra i tanti musei della Lombardia che si potranno visitare gratuitamente domenica 4 febbraio 2024, in provincia di Pavia, come di consueto saranno fruibili il Complesso Monumentale e il Museo della Certosa di Pavia e il Museo archeologico nazionale della Lomellina a Vigevano.

Il museo della Certosa

Lungo il lato meridionale del cortile antistante la facciata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, si trova il Palazzo Ducale, antica residenza estiva della dinastia visconteo-sforzesca e foresteria per ospiti di alto rango, oggi sede prestigiosa del Museo della Certosa. L'edificio, modificato nel 1625 da un intervento in facciata dell'architetto Francesco Maria Richini, presenta una successione lineare di finestre tra semicolonne che conferiscono eleganza e luminosità all'intera struttura. La prima idea per la costituzione di un Museo della Certosa venne lanciata al Ministero della Pubblica Istruzione nel 1883 dall'architetto milanese Tito Vespasiano Paravicini, noto autore di libri di architettura rinascimentale lombarda, che eseguì un primo rilievo accurato della facciata certosina.

Fu sua la proposta di iniziare a raccogliere ed ordinare in un solo locale molti marmi, terrecotte e pezzi diversi, per costituire un museo ad illustrazione della Certosa medesima. La realizzazione vera e propria del Museo (su due piani) si deve a Luca Beltrami, Direttore dell'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti in Lombardia dal 1891 e che sin dal 1892, aveva fatto realizzare un primo nucleo di museo, con le sculture del Bambaia, la serie di disegni per la facciata della Certosa, l'Ecce Homo da Bramantino, e un primo gruppo di calchi realizzati da Pietro e Edoardo Pierrotti nella seconda metà XIX secolo, derivati dai capolavori rinascimentali della facciata, da capitelli e lesene dei chiostri. I calchi, di grandissima finezza esecutiva e di grandi dimensioni, iniziarono ad essere raccolti nella Galleria del piano terreno del Palazzo Ducale, l'attuale gipsoteca.

Il Museo fu aperto al pubblico la prima volta nel 1911, per poi rimanere chiuso per più di mezzo secolo. La gipsoteca che raccoglie più di 200 calchi di grande e piccola dimensione è un unicum non solo in Lombardia, ma anche nel panorama italiano. Negli ultimi anni (dal 2002 al 2006) sono stati restaurati la maggior parte di questi calchi, e collocati, con un nuovo allestimento a cura della Soprintendenza per i beni architettonici e del paesaggio della Lombardia, nella Galleria a pianterreno del palazzo Ducale.

Per maggiori informazioni si può telefonare allo 0382.924990 o inviare una e-mail a drm-lom.mucertosadipavia@cultura.gov.it.

Museo archeologico nazionale della Lomellina

Aperto nel 1998, il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina è collocato all’interno del Castello visconteo sforzesco di Vigevano. Raccoglie le testimonianze archeologiche provenienti da scavi o recuperi occasionali nella zona. Il percorso museale, ordinato cronologicamente, si articola in quattro sale a esposizione permanente e in uno spazio mostre.

La prima sala raccoglie le testimonianze di epoca preistorica e protostorica, dal Mesolitico alla cultura tardo La Tène (dal V millennio a. C. al II secolo a.C.).

Nella seconda sono esposti alcuni corredi funerari di età romana (dalla metà del I secolo a. C. alla fine del II d.C.) mentre nella terza sono illustrati alcuni aspetti della vita quotidiana in epoca romana.

La quarta sala ospita i reperti di età tardoantica e altomedievale (III-IX secolo d.C.). La Lomellina è un territorio archeologicamente ricco e culturalmente ben definito. I rinvenimenti, per lo più casuali, si ricollegano a opere di sfruttamento intensivo del territorio, in particolare ai livellamenti di terreno per la creazione di risaie.

Mentre per l’epoca preistorica le tracce di popolamento sono scarse e sporadiche, la documentazione diventa progressivamente più abbondante per le successive età del Bronzo e del Ferro, in cui si afferma la cultura celtica, e soprattutto per l’età romana, mentre diminuisce per l’epoca tardoantica e altomedievale. Fra i reperti più significativi si segnala in particolare - per la raffinatezza delle forme e la piacevolezza dei colori - il vasellame in vetro, presente in abbondanza nei corredi funerari romani.

Per maggiori informazioni si può telefonare allo 0381.72940 o inviare un e-mail a drm-lom.archeovigevano@cultura.gov.it.

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