INDAGINI SENZA SOSTA

È caccia al violentatore della studentessa 15enne, indagini in città e sui social

La giovane dopo lo stupro ha tentato di togliersi la vita gettandosi nel fiume Ticino

È caccia al violentatore della studentessa 15enne, indagini in città e sui social
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Indagini in corso a Pavia per cercare di identificare l'aggressore della ragazza di 15 anni che poi ha tentato il suicidio gettandosi nelle acque gelide del Ticino: la giovane è stata salvata dall'intervento eroico di due agenti della Questura.

Caccia al violentatore

A Pavia è caccia al violentatore della giovane studentessa di 15 anni che, in preda alla vergogna e allo sconforto, ha anche tentato il suicidio gettandosi nel fiume Ticino. La pronta e coraggiosa risposta della squadra volante della Questura di Pavia, composta dal vice ispettore Giovanni Bonvicino e dall'agente Mattia Ciulla, ha evitato una tragedia ancora maggiore.

Gli agenti della squadra mobile di Pavia, ora al comando di un'inchiesta delicata e complessa, stanno cercando di identificare e rintracciare il giovane responsabile dell'aggressione.

Le indagini

L'indagine ha preso due direzioni, concentrandosi sia sul terreno che online. La giovane vittima ha raccontato di aver conosciuto il suo aggressore su Instagram, un individuo di 25 anni apparentemente tunisino. Gli investigatori si sono rivolti alla polizia postale per risalire all'identità di colui che aveva aperto il profilo, ma fino ad ora il sospettato è rimasto senza nome.

La trappola è scattata quando il 25enne ha convinto la ragazza, che abiterebbe in provincia di Monza e Brianza, a seguirlo a Pavia, dichiarando di risiedere in città. Nonostante gli sforzi degli investigatori, l'unica informazione a disposizione al momento è un nome che potrebbe anche essere fittizio. La caccia continua, con l'ipotesi anche che il sospettato potrebbe cercare di fuggire dall'Italia per evitare la cattura.

L'aggressione

Il dramma si è consumato nel pomeriggio di Santo Stefano quando la giovane, ingannando la madre, le aveva chiesto di accompagnarla a Monza per incontrare un'amica. I due giovani, entrambi di nordafricani, si sono incontrati alla stazione di Milano Porta Garibaldi. Il ragazzo ha quindi invitato la giovane a seguirlo a Pavia, dove le ha detto di risiedere. Hanno quindi preso un treno e raggiunto la città.

Ma qui è iniziato l'incubo. Il 25enne, ha infatti portato la ragazzina nell'area Vul, in riva al Ticino, dove ha poi abusato di lei. La 15enne, dopo la violenza, per la disperazione o per la vergogna, ha deciso di farla finita e si è gettata nelle acque gelide del fiume.

Tenta il suicidio

Prima di compiere il gesto estremo, ha però contattato il 112 dicendo di voler lasciare un messaggio alla sua famiglia. Una telefonata che le ha di fatto salvato la vita: gli agenti, infatti, dopo aver localizzato il suo cellulare sono accorsi sul posto.

Qui gli agenti hanno iniziato a perlustrare la zona con le torce in dotazione, individuando, nonostante l’oscurità e la fitta foschia, la ragazza nelle acque del fiume, a circa 6 metri dalla riva, aggrappata ad un grosso ramo. La giovane, a causa della corrente, ha perso la presa, finendo sott’acqua.

Trasportata in ospedale

Gli agenti a quel punto non hanno esitato a tuffarsi, e sono riusciti a riportarla a riva grazie ad una "catena umana". Una volta fuori pericolo, la 15enne è stata trasportata al Policlinico San Matteo di Pavia, dove le è stato riscontrato uno stato di ipotermia. Dopo le cure è stata dimessa con una prognosi di due giorni.

Anche i poliziotti, che si sono immersi nelle acque fredde, hanno fatto ricorso alle cure mediche.

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