Contro la Peste Suina arrivano i "bioregolatori" e i "Gruppi Operativi Territoriali" (GOT)
In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull'intero comparto nazionale
Resta al livello massimo l’attenzione della Lombardia all’emergenza Psa. L’epidemia di peste suina africana, che da Liguria e Piemonte, dove è comparsa alla fine del 2021, si sta lentamente diffondendo verso nord, fa paura al mondo dell’allevamento suino. Presentato il Piano di Sorveglianza ed eradicazione" che vede l'introduzione dei Gruppi Operativi Territoriali (GOT) e i Bioregolatori.
Peste Suina, il piano di sorveglianza ed eradicazione
Nel pomeriggio di giovedì 14 settembre 2023, il Commissario straordinario Vincenzo Caputo ha presentato in Commissione Agricoltura, presieduta da Floriano Massardi, il "Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana". Questo piano introduce due nuovi approcci strategici per affrontare la minaccia della PSA: i Gruppi Operativi Territoriali (GOT) e i Bioregolatori.
Floriano Massardi ha sottolineato l'importanza di questo piano, evidenziando il potenziale impatto economico significativo che la PSA potrebbe avere sulla Regione Lombardia, con perdite stimate nell'export lombardo fino a 60 milioni di euro al mese se la malattia si diffondesse nella pianura padana. La PSA colpisce direttamente le aziende a causa dell'abbattimento dei suini e indirettamente a causa delle restrizioni sui movimenti di suini vivi e prodotti a base di carne di suino.
L’obiettivo è contenere e controllare la diffusione della PSA per mettere in sicurezza gli allevamenti e l’economia lombarda. È un percorso lungo, ma le misure messe in campo dal Piano presentato in Commissione vanno nella giusta direzione", ha affermato.
I GOT e i Bioregolatori
I Gruppi Operativi Territoriali (GOT) sono costituiti da esperti dei settori della Sanità, dell'Agricoltura e dell'Ambiente, coordinati dal Commissario Straordinario. Questi gruppi lavoreranno per coordinare i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali e definire misure di contenimento efficaci contro la PSA.
I Bioregolatori, invece, sono individui specializzati nel prelievo, biocontenimento e abbattimento dei cinghiali, con una formazione specifica in materia di biosicurezza. Le Regioni potranno attingere all'elenco dei Bioregolatori per condurre attività di contenimento dei cinghiali, che rappresentano uno dei principali vettori di trasmissione del virus.
Il piano avrà una durata di cinque anni (dal 2023 al 2028) e diventerà operativo a partire dal 1° ottobre 2023. Sarà adottato da tutte le Regioni. Per la Lombardia, l'obiettivo è abbattere 27.000 cinghiali entro la fine dell'anno.
“La Lombardia – ha spiegato Vincenzo Caputo - ha fatto uno sforzo enorme negli ultimi cinque anni in termini di operazioni di prelievo e abbattimento dei cinghiali, ma occorre fare ancora di più perché l’obiettivo del Piano è l’eradicazione del cinghiale dai centri abitati e dai distretti suinicoli”.
La PSA in provincia di Pavia
L'audizione del Commissario straordinario è stata preceduta da una seduta congiunta tra la Commissione Sanità e la Commissione Agricoltura, con la partecipazione dell'Assessore al Welfare Guido Bertolaso, che ha fatto il punto sullo stato della PSA in Lombardia.
Nella provincia pavese sono stati individuati otto focolai. Il primo, il 18 agosto 2023, nel Comune di Montebello della Battaglia. Il 24 agosto ne sono stati individuati altri cinque nel Comune di Zinasco. A seguire uno nel Comune di Dorno e uno in quello di Sommo.
Da questi otto focolai sono stati abbattuti 13.365 capi. In seguito a indagine epidemiologica ne sono stati abbattuti altri 7.500 in otto allevamenti: tre correlati al focolaio di Montebello della Battaglia, tre a quello di Zinasco e due a quello di Domo. A questi 20.865 capi se ne aggiungono altri 13mila abbattuti in via preventiva per interrompere la diffusione del virus per un totale di 33.865 capi. Le operazioni di abbattimento si dovrebbero concludere entro domenica 17 settembre 2023.
Ai fini del contenimento del virus in provincia di Pavia è stato imposto il divieto di movimentazione e macello dei suini in un raggio di dieci chilometri dai focolai di PSA (zona di protezione) e in tutto il resto della Provincia (zona di sorveglianza).
Oltre alla riduzione la libertà di movimento dei cinghiali e dei suini e la riduzione della presenza dei cinghiali, nella lotta alla PSA fondamentali sono il recupero delle carcasse per bonificare le aree, le misure di biosicurezza per mettere in sicurezza gli allevamenti intensivi di suini affinché possano proseguire la produzione anche in presenza di una diffusione del virus e la sensibilizzazione degli allevatori verso comportamenti di contenimento del virus.
In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull'intero comparto nazionale. L’80% degli allevamenti lombardi di suini è concentrato nelle Province di Cremona e Mantova. Un settore che, oltre a rappresentare una delle principali filiere per l'economia agricola regionale, alimenta molte delle più importanti produzioni Dop italiane. Ad oggi sul territorio lombardo sono, invece, presenti 5.201 cinghiali, in forte calo rispetto al 2022 (14.663) e al 2021 (14.345).
Presidio al Rifugio Cuori Liberi
Nel frattempo, ormai da nove giorni attivisti e attiviste da tutta Italia stanno accorrendo a Sairano, nel comune di Zinasco (Pavia), per partecipare a un presidio spontaneo in difesa dei maiali del rifugio "Cuori liberi", dove la peste suina africana (Psa) è riuscita a entrare uccidendo 21 dei 38 suini ospiti del santuario, animali salvati dal macello, e ad oggi sono ancora vivi 17 suini.
Appena avuta la diagnosi è arrivata la condanna a morte di tutti i maiali, malati o sani, da parte dell’autorità sanitaria. Da quel momento centinaia di attivisti si sono mobilitati, una resistenza che, a oggi, ha garantito agli animali giorni di vita in più.
Sara d'Angelo coordinatrice della Rete dei Santuari di animali liberi in Italia informa: “Nel rifugio di Sairano stanno emergendo aspetti ancora poco noti di questa malattia: la maialina Mercoledì, dopo aver attraversato la fase acuta, ora sta bene e guardiamo a lei con grande attenzione e speranza. Alla luce di questa esperienza vogliamo che i rifugi diventino punti di osservazione della malattia, dove poter studiare in sicurezza gli individui che escono indenni dalla peste suina africana o che non si contagiano".