Disturbi della visione in estate: hai mai visto le "mosche volanti"?
Scopriamo cosa sono le miodesopsie, più note come "mosche volanti", con la dottoressa Laura Giannì, oculista del CDI Pavia
I corpi mobili nel vitreo, noti anche come "mosche volanti" o "miodesopsie," sono piccole particelle o accumuli di materiale gelatinoso che fluttuano nel corpo vitreo dell'occhio, rendendosi percepibili nel nostro campo visivo. Abbiamo approfondito il discorso con la dottoressa Laura Giannì, oculista del CDI Pavia.
Il corpo vitreo: di cosa si tratta?
Il corpo vitreo è un tessuto connettivo trasparente, gelatinoso, non vascolarizzato né innervato: è ciò che costituisce la maggior parte dell’intero volume del bulbo oculare, contribuendo a dare forma e sostanza all’occhio. Grazie alla sua elevata viscosità, il corpo vitreo funziona come una specie di “ammortizzatore” per eventuali traumi del bulbo oculare, proteggendo le strutture più delicate dell’occhio.
Il gel vitreale è composto per il 99% da acqua, mentre il restante 1% da fibrille di collagene e ialuronato che ne costituiscono “l’impalcatura”. Il rapporto tra questi due elementi è fondamentale per mantenere la trasparenza e la struttura del vitreo: quando si modificano le proporzioni tra acqua e collagene come, ad esempio, durante l’invecchiamento, il vitreo diventa sempre più liquido e meno “geliforme”, formando delle fisiologiche aderenze.
Cosa sono le mosche volanti e come si manifestano
Comunemente chiamate “mosche volanti” le miodesopsie sono corpi mobili all’interno del vitreo, solitamente assimilabili a degli addensamenti delle fibre di collagene. Se muovendosi all’interno del bulbo si frappongono tra il forame pupillare e il piano della retina diventano percepibili alla vista e determinano una visione che ricorda la comparsa di mosche volanti o ragnatele all’interno del campo visivo. Le miodesopsie vengono descritte dai pazienti come delle “linee” o “puntini” che si spostano col movimento dello sguardo e che si rendono maggiormente evidenti in condizioni di luce intensa o durante la visione di superfici uniformi, come un cielo chiaro: per questo si riscontrano più frequentemente in estate. Comunemente insorgono durante la mezza età e sono il risultato di un normale invecchiamento della struttura vitreale. Il passare degli anni, e dunque l’invecchiamento dei tessuti oculari, oltre a creare le lacune vitreali, può ridurre l’aderenza con il tessuto retinico fino a provocare un Distacco Posteriore del Vitreo (DPV). Nei pazienti più giovani, invece, le miodesopsie sono solitamente associate a un’elevata o moderata miopia.
Una complicanza: il distacco posteriore del vitreo
È una condizione clinica piuttosto frequente e che interessa la quasi totalità degli occhi in età avanzata. Di per sé non rappresenta una condizione patologica vera e propria, ma può portare conseguenze gravi qualora il vitreo si distacchi in maniera anomala. La complicanza più grave di un distacco vitreale anomalo è la rottura della retina. I pazienti che ne sono affetti, in conseguenza della improvvisa separazione del vitreo dalla retina, avvertono solitamente la comparsa improvvisa di segnali luminosi simili a dei lampi, chiamati “fosfeni”. In questi casi, la valutazione del fondo oculare da parte dello specialista, nel paziente con le pupille opportunamente dilatate, potrebbe rilevare una trazione vitreoretinica oppure una iniziale rottura retinica che, se adeguatamente trattate con terapia laser, possono non risultare in complicanze ulteriori, come ad esempio il distacco di retina.
A cosa fare attenzione
Occorre fare molta attenzione qualora dovessero comparire le miodesopsie o mosche volanti perché, oltre ai già accennati addensamenti fibrillari, potrebbero essere sintomo anche di rotture della retina o di sanguinamenti all’interno del vitreo. Se le mosche volanti dovessero apparire in associazione a fosfeni, una valutazione del fondo oculare dovrebbe essere effettuata nel minor tempo possibile dall’inizio della sintomatologia. “Solitamente le miodesopsie non associate a fosfeni sono conseguenza di un distacco posteriore del vitreo, mentre l’incidenza di rotture retiniche è notevolmente maggiore quando sono associate alla visione di lampi di luce o flash.”- spiega la dottoressa Giannì.
Le mosche volanti di solito non richiedono un trattamento specifico, specialmente se non causano disturbi significativi alla vista. Tuttavia, se particolarmente fastidiose o se si sviluppassero all’improvviso, l'oftalmologo potrebbe raccomandare diverse opzioni di trattamento: l’osservazione – semplicemente lo specialista controllerà nel tempo le mosche volanti, assicurando che non siano sintomo di problemi più gravi, consigliando solitamente anche un aumento dell’apporto di acqua nella giornata e l’assunzione di integratori alimentari specifici che possono portare al miglioramento della sintomatologia.
In alcune situazioni specifiche, il laser potrà essere utilizzato per trattare le mosche volanti o per trattare le rotture retiniche di recente riscontro. Solo nei casi più gravi associati a sanguinamento, distacco di retina o patologie sistemiche potrebbe essere necessario intervenire con la vitrectomia, una procedura di chirurgia oftalmica che consiste nella rimozione del corpo vitreo opaco e nella sua sostituzione.