Rivoluzione per gli agriturismi: troppi i posti letto e limiti sui vini extraregionali

Turismo: migliora la burocrazia per i passaggi generazionali e l’abbassamento dei prodotti propri per le colazioni dal 50% al 40%

Rivoluzione per gli agriturismi: troppi i posti letto e limiti sui vini extraregionali
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Negli agriturismi della Lombardia non si potranno servire vini che non siano strettamente regionali o al massimo provenienti dalle terre delle province limitrofe, per quanto fuori dai confini. Lo stabiliscono le nuove modifiche al testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura e sviluppo rurale, approvate in questi giorni dal Consiglio regionale.

Rivoluzione per gli agriturismi

Una decisione fortemente contestata dal Gruppo regionale del Pd che sul tema si è astenuto e non solo per questo motivo. Due le questioni molto importanti che andavano riviste e hanno convinto i dem a non votare favorevolmente, nonostante un generale miglioramento del testo: la prima legata, appunto, alla cosiddetta somministrazione della tipologia di vini, la seconda legata ai posti letto che sono stati portati da un massimo di 60 a un massimo di 100.

«Un’esagerazione che snatura l’agriturismo stesso che non è un albergo – commentano i dem – Inoltre, si è voluto eccedere nel voler ‘lombardizzare’ anche questo settore. E gli eccessi non vanno mai bene, in nessun caso».

Posti letto e vini sotto la lente

In una parte del testo si parla, appunto, della tipologia dei prodotti alimentari che l’azienda può somministrare:

«Per l’80 per cento i prodotti devono essere dello stesso agriturismo o di altri che hanno sede in Lombardia o nelle province contigue anche di altre regioni. Nel restante 20 per cento non possono essere compresi prodotti ittici di provenienza marina e vini di altre regioni – raccontano i consiglieri Pd –. Ci pare questa una chiusura eccessiva: perché non è possibile somministrare vino che proviene da altre regioni? Non ha alcun senso».

Gli aspetti positivi

Tuttavia, non mancano gli aspetti positivi, anche grazie al lavoro che il Pd ha fatto in Commissione Agricoltura e in Aula:

«Il testo fa dei passi avanti importanti. Bene l’aspetto che riguarda il numero dei pasti, tenuti a un massimo di 160, anziché ai 300 che all’inizio chiedeva la maggioranza di centrodestra. Bene la semplificazione della burocrazia, in particolare in fase di passaggio generazionale, grazie all’approvazione di un nostro specifico ordine del giorno. Bene anche l’abbassamento della percentuale di prodotti propri dal 50 al 40 per cento nelle colazioni, così come la riduzione delle multe che la Lega voleva fissare a un minimo di 2mila euro e che noi abbiamo portato a 1000».

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