Scoperta straordinaria

Ritrovato nella biblioteca del Collegio Ghislieri un manoscritto trecentesco della Divina Commedia

È stato rinvenuto in occasione delle ricerche intraprese per le celebrazioni Dantesche. 

Ritrovato nella biblioteca del Collegio Ghislieri un manoscritto trecentesco della Divina Commedia
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Nella Biblioteca del Collegio Ghislieri di Pavia sono state ritrovate delle antiche pergamene di un “codice dantesco dalla storia avventurosa”. Si tratta di un frammento che riporta il II, III, e XI canto del Paradiso, della Divina Commedia di Dante Alighieri, già trovato una prima volta nel 1889. È stato ritrovato in occasione delle ricerche intraprese per le celebrazioni Dantesche.

Ritrovato un manoscritto trecentesco della Divina Commedia

È una grande storia ghisleriana che attraversa i secoli. C’è il Trecento, ovvero quando il codice dantesco è stato vergato; il Cinquecento, quando il codice viene celato nella copertina un raro incunabolo del Timeo di Platone custodito nella Biblioteca del Ghislieri; l’Ottocento, quando uno studente del Collegio si accorge del codice nascosto; e il Ventunesimo secolo, cioè oggi, quando proprio nel settecentesimo anno dalla morte di Dante l’antico codice della Divina Commedia viene riportato alla luce consentendo agli studiosi di gettare nuova luce sulla storia misteriosa di questo prezioso reperto attraverso i secoli.

Nella sezione storica della Biblioteca del Collegio Ghislieri sono state ritrovate le antiche pergamene di un codice dantesco, che riporta II, III, X e XI canto del Paradiso. La grafia di alcune parole, la scrittura minuscola gotica, l’ortografia incerta, la scarsissima punteggiatura certificano che risalga al Trecento; alcuni elementi, come certe forme arcaizzanti e la grafia riferibile allo scrittorio di Bologna per i testi letterari giuridici, fanno datare le pergamene non oltre la metà del Trecento. Si tratta dunque di uno dei più antichi frammenti manoscritti della Divina Commedia.

La prima "apparizione" a fine '800

Il codice è stato recuperato in questi giorni dal dott. Alessandro Maranesi, Direttore della Biblioteca del Ghislieri, in occasione delle ricerche intraprese per le celebrazioni dantesche. È stato così possibile riportare alla luce le pergamene in cui si era imbattuto per la prima volta nel 1889 un laureando in filosofia del Collegio, poi accantonandolo. Parte dell’avventura di questo codice si trova narrata da Aurelio Bernardi – all’epoca Rettore del Collegio – nell’introduzione all’Annuario del Ghislieri uscito nel 1964.

“Nel 1889 l’alunno Celso Marchini, laureando in filosofia, mentre consultava dei vecchi libri nella Biblioteca, rilevò che le pergamene che ricoprivano una rara edizione del Timeo di Platone tradotto e commentato dal Calcidio, stampato nella calcographia Ascensiana di Parigi nel 1520, recavano dei caratteri sbiaditi, appena leggibili, scritti su due colonne”, scrive Bernardi.  “Informato della cosa, il Rettore Zanino Volta (nipote del grande fisico), esperto di paleografia, non ebbe difficoltà a constatare che vi erano trascritte delle terzine e la speranza, subito nata in lui, che si trattasse di un testo dantesco si tradusse tosto in realtà quando il suo occhio si fermò sul nome di Beatrice. Sua prima cura fu di distaccare le pergamene dalle copertine cartonate, su cui erano incollate. L’operazione non fu facile: richiese un’abbondante umettazione che finì col macchiare in più punti la parte interna delle pergamene”.

“Tuttavia, la lettura del testo fu ugualmente possibile”, continua Bernardi. “All’esterno delle pergamene, i caratteri sbiaditi furono ravvivati con infuso di noce di galla; all’interno, nelle parti macchiate, furono utilizzate, per completare le lacune, le tracce dei caratteri rimaste in senso inverso sui cartoni dopo il distacco, che uno specchio rendeva diritte all’occhio. Fatta la trascrizione, risultò che quattro erano i canti del Paradiso riportati quasi per intero sulle pergamene”.

A quel punto la storia si fa nebulosa. Zanino Volta comunica la scoperta all’Istituto Lombardo – Accademia di Scienze e Lettere, la celebre istituzione milanese fondata da Napoleone; iniziano a venire avanzate ipotesi di datazione e viene promessa una pubblicazione che favorisse lo studio delle varianti dantesche. Poi, più niente: del manoscritto si perdono le tracce, e anche della promessa pubblicazione.

Nuovi interrogativi

Ora le pergamene rivedono la luce, grazie alla ricerca intrapresa dal dott. Maranesi, e ci si può concentrare sulla loro altrettanto misteriosa provenienza. Il Collegio Ghislieri è stato fondato nel 1567, quindi dopo non solo la stesura del manoscritto ma anche la stampa dell’incunabolo del Timeo. L’incunabolo riporta il nome del proprietario (“Timei Platonis meij Fr. Pirovani”), risultando quindi di possessore inequivocabilmente lombardo pur essendo stato stampato a Parigi. Inoltre la Biblioteca del Collegio così come la conosceva lo studente Marchini a fine Ottocento (e, coi suoi progressivi arricchimenti, come la conosciamo noi oggi), non coincide tuttavia con quella istituita alla fondazione del Ghislieri, nel Cinquecento: infatti nel 1772, su ordine di Maria Teresa d’Austria, i volumi della Biblioteca del Collegio vennero requisiti per formare il primo nucleo dell’attuale Biblioteca dell’Università di Pavia – tanto che all’epoca i funzionari asburgici parlavano espressamente di “Biblioteca ghisleriana dell’Università”.

Il Timeo cinquecentesco dunque è arrivato in Ghislieri come minimo nell’ultimo scorcio di Settecento. Un’ipotesi è che il volume derivi da materiali traslati in Collegio dalla ricchissima Biblioteca visconteo-sforzesca allogata nel Castello di Pavia, poi andata dispersa per mano dei Francesi di Luigi XII durante la loro invasione nel 1499. In qualche modo, l’incunabolo del Timeo sarebbe stato tratto in salvo e poi – chissà come, secoli dopo – arrivato nella nuova Biblioteca del Ghislieri. È l’ipotesi più affascinante in quanto a promuovere la composizione Biblioteca del Castello Visconteo, e quindi uno dei candidati più probabili ad avere letto e toccato l’antico codice dantesco del Collegio Ghislieri, fu Francesco Petrarca.

Gli eventi

Al settecentesimo anniversario dantesco il Collegio Ghislieri dedicherà numerosi eventi, a maggior ragione alla luce di questa straordinaria scoperta. Il 7 aprile è in programma la presentazione in anteprima internazionale dell’Oxford Handbook of Dante, curato dai nostri Alunni Manuele Gragnolati ed Elena Lombardi, docenti l’uno alla Sorbona e l’altra a Oxford. Il 26 aprile è invece in programma la tavola rotonda Sguardi sulla Commedia dantesca, con Riccardo Castellana, Pietro Cataldi, Natascia Tonelli e Mirko Tavoni.

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(Testo e foto: ghislieri.it)

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