La sentenza

Voghera, 9 anni di violenze sessuali nei confronti della figlia: madre condannata in appello

Gli abusi si sono verificati dal 2003 al 2012, oltre alla madre coinvolti il vicino di casa e un altro uomo.

Voghera, 9 anni di violenze sessuali nei confronti della figlia: madre condannata in appello
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La donna era coinvolta nelle violenze che avvenivano da quando la piccola aveva 4 anni. Ad abusare di lei anche due uomini. Ora la madre dovrà scontare 7 anni di reclusione.

Confermata la sentenza di primo grado

Nel corso del pomeriggio di martedì 5 luglio 2022 la Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado nei confronti di una donna di 56 anni originaria di Voghera.

L'accusa è quella di violenza sessuale verso la figlia minorenne all'epoca dei fatti. Coinvolti anche un vicino di casa di 74 anni e suo fratello. I due uomini erano già stati condannati, il primo con rito abbreviato nel 2015 con cinque anni di reclusione e il secondo nel 2019 aveva patteggiato per due anni di reclusione.

Le accuse della ragazza

Nove anni di abusi e poi la denuncia da parte della ragazza. Negli anni la madre ha continua a proclamarsi innocente. Secondo l'accusa, le violenze si sono verificate tra il 2003 e il 2012 a partire dal periodo in cui la vittima era una bimba e viveva con la madre.

La vittima ha dichiarato che la madre le toccava le parti intime quando erano sole ma le molestie non si sono limitate a quello. Infatti, con il controllo della 56enne, le molestie includevano due uomini.

La denuncia e la felicità per la sentenza

La giovane, una volta cresciuta, si era confrontata con un'amica raccontando alcuni strani atteggiamenti. La storia dettagliata era emersa invece grazie alla nuova compagna del padre a cui la ragazza aveva raccontato l'accaduto.

Da lì era scattata la denuncia e gli inquirenti avevano approfondito la vicenda indagando sulla situazione incriminando i tre coinvolti, che poi avevano scelto percorsi processuali differenti.

La vittima oggi maggiorenne si è costituita parte civile con la sua legale e in sede di discussione avevano chiesto un risarcimento di 200mila euro. L'avvocata della giovane Francesca Timi ha dichiarato:

"Siamo contente della conferma della sentenza di condanna".

Ora l’imputata, in stato di libertà, avrà diritto di ricorrere in terzo grado, presentando ricorso in Cassazione.

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