ulteriore sfregio

Video dell’autopsia di Chiara Poggi diffuso online, il Garante lo blocca: "Gravissimo"

Nel frattempo il tampone orale prelevato alla vittima 18 anni fa, e analizzato solo recentemente, verrà esaminato di nuovo

Video dell’autopsia di Chiara Poggi diffuso online, il Garante lo blocca: "Gravissimo"
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Un video contenente le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, diffuso su internet a pagamento, ha spinto il Garante della Privacy a intervenire con urgenza, disponendone il blocco immediato. L’Autorità ha giudicato la pubblicazione come una lesione gravissima della dignità della giovane vittima e dei suoi familiari, avvertendo che ogni ulteriore diffusione sarà considerata illecita.

Video dell’autopsia di Chiara Poggi diffuso online, il Garante lo blocca: "Gravissimo"

Il Garante, inoltre, ha richiamato media e siti web al rispetto delle Regole deontologiche dell’informazione e della normativa sulla protezione dei dati personali, riservandosi ulteriori azioni sanzionatorie contro chi violerà tali principi.

Uno scempio che aggiunge ulteriore dolore per la famiglia Poggi, già provata dalla riapertura delle indagini e da speculazioni, spesso prive di fondamento.

La nuova traccia nella bocca di Chiara

Nel frattempo, sul fronte giudiziario del delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, emergono nuovi sviluppi: il tampone orale prelevato a Chiara 18 anni fa, e analizzato solo recentemente, verrà esaminato di nuovo. Un primo esame aveva rilevato tracce di DNA maschile non appartenenti né ad Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, inizialmente indagato in una successiva inchiesta.

Le analisi, svolte su cinque campioni di garza usati dal medico legale Dario Ballardini, hanno dato esito incerto: tre non hanno fornito dati rilevanti, mentre due hanno evidenziato un profilo genetico compatibile al 70-80% con Ernesto Gabriele Ferrari, l’assistente che preparò il corpo per l’autopsia. Un altro profilo, rilevato in zona palatale e linguale, contiene invece quantità maggiori di DNA maschile di origine ignota.

Gli esperti sono divisi: alcuni ipotizzano una contaminazione accidentale, altri vedono in quelle tracce una possibile firma dell’aggressore, forse lasciata durante un tentativo di difesa da parte della vittima.

Il legale della famiglia Poggi, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, respinge ogni novità definendola “priva di fondamento” e sottolinea che non vi sarebbero tracce sconosciute né sul corpo né sulla scena del crimine. Resta quindi valida, per la difesa, la verità processuale che ha condotto alla condanna di Stasi.

A rafforzare il quadro preesistente ci sono anche i risultati degli ultimi accertamenti genetici disposti dai PM di Pavia: su tre tamponi autoptici prelevati da Chiara emerge esclusivamente il suo DNA, e anche il capello rinvenuto tra i rifiuti non ha fornito alcun dato utile.

Infine, a riaccendere l’attenzione sul caso è stata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?”, che ha mostrato vecchie immagini del soggiorno dei Poggi, con due sedie disposte in modo anomalo davanti a una TV accesa, forse su un videogioco. Un dettaglio apparentemente secondario, ma che potrebbe suggerire la presenza di terze persone nell’abitazione, un elemento mai chiarito del tutto.