CRONACA

Tangenti e gare pilotate nei penitenziari lombardi: coinvolto anche il carcere di Pavia

Indagine della Procura di Milano svela un sistema di corruzione nei lavori di sei istituti, con accuse di turbativa d’asta e falso ideologico

Tangenti e gare pilotate nei penitenziari lombardi: coinvolto anche il carcere di Pavia
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Un’inchiesta della Procura di Milano ha scoperto un sistema di gare truccate e tangenti per l’affidamento di lavori in sei carceri lombarde, tra cui anche il penitenziario di Pavia, coinvolgendo funzionari pubblici e aziende appaltatrici.

Tangenti e gare pilotate nelle carceri lombarde

Un sistema di gare truccate e mazzette ha condizionato per anni l’affidamento dei lavori in sei carceri lombarde, con il anche il carcere di Pavia nel mirino degli inquirenti milanesi. È quanto emerge dall’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Giovanna Cavalleri e Giancarla Serafini, che hanno individuato un giro di corruzione tra funzionari del Provveditorato regionale e aziende appaltatrici.

L’inchiesta

La Guardia di Finanza ha indagato tre persone: un ex funzionario del Provveditorato regionale per la Lombardia, un ingegnere dello stesso ufficio e il rappresentante legale dell’azienda che avrebbe ottenuto i contratti grazie a tangenti. Le indagini si concentrano su lavori realizzati non solo a Milano, con i penitenziari di San Vittore e Opera, ma anche a Pavia, Como, Brescia e Monza.

Gare pilotate

Tra il 2021 e il 2024, secondo il decreto di perquisizione, i lavori venivano assegnati quasi sempre alle stesse imprese (Edil Piazzatorre srl, Elcotem Impianti srl e Edilimpianti srl) tramite procedure semplificate o affidamenti diretti, escludendo di fatto qualsiasi libera competizione. Il valore complessivo delle gare sospette supera alcune centinaia di migliaia di euro.

Le tangenti, offerte sotto forma di doni e “pranzi onerosi”, erano gestite dall’ingegnere Michele Caliendo, figura chiave della sezione edilizia penitenziaria, accusato di aver favorito le imprese in cambio di compensi illeciti.

Il campo da calcio di Pavia

Al centro degli accertamenti c’è anche la realizzazione di un campo da calcio all’interno del penitenziario di Pavia, simbolo emblematico della gestione irregolare degli appalti. Le indagini hanno riscontrato irregolarità simili a quelle contestate per il campo di Como, tra cui costi gonfiati, forniture sproporzionate di materiali e lavori mai effettivamente eseguiti, come la posa di impianti elettrici e scavi.

Perquisizioni e sequestri

La Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni negli uffici del Provveditorato regionale, sequestrando dispositivi informatici e telefoni degli indagati e acquisendo i bandi relativi agli appalti contestati. Le accuse ipotizzate dalla Procura di Milano includono turbativa d’asta, falso ideologico e corruzione su almeno una decina di procedure di gara.

L'avvio delle indagini

Le indagini sono partite da una segnalazione anonima arrivata il 29 marzo 2024 alla segreteria del Provveditorato, che denunciava le “onerose richieste” dell’ingegnere coinvolto. Secondo quanto emerso, nemmeno i regali e i pranzi offerti erano sufficienti a “chiudere un lavoro così semplice”, lasciando intuire un sistema consolidato di tangenti.