Sexgate a Mantova: da presunta vittima di uomini di potere...all'arresto
La maestra comunale è stata arrestata: da presunta vittima a stalker.
Il Sexgate a Mantova che nel corso dei mesi si è colorito di pruriginose evoluzioni arriva finalmente all’epilogo: arrestata la grande accusatrice dei politici cittadini mantovani, fra cui anche il sindaco Mattia Palazzi.
Sexgate a Mantova
Era partita come la classica storia di una donna, la maestra comunale Lorenza Buzzago, che accusava uomini politici di aver approfittato della loro posizione di potere e di averla molestata. Accuse pesanti, altamente infamanti, rivolte a mezzo social all’indirizzo, in primis, del sindaco Palazzi.
Presunte molestie
Lorena Buzzago aveva accusato via social il sindaco di Mantova Mattia Palazzi di averla molestata sessualmente nel 2015. Ma, oltre alla piazza virtuale come sono andate realmente le cose? La Buzzago sosteneva di aver riferito anche “nelle sedi appropriate” le presunte moleste. Dalla Procura, però, è stato puntualizzato che la Buzzago ha riferito fatti che non sono stati poi realmente supportati da un atto formale di denuncia e che non sono apparsi come reati perseguibili. Nessun fascicolo, quindi, era stato aperto all’epoca. Insomma, le denunce erano state fatte solo attraverso dei post di Facebook.
Ma gli accusati non erano rimasti a guardare
Non era stato ad aspettare, invece, il sindaco Mattia Palazzi. L’uomo aveva proceduto con la querela per diffamazione. Palazzi aveva appena visto cadere (e archiviare dalla Procura) le accuse di un’altra protagonista del sexgate, Elisa Nizzoli, ex vice presidente dell’associazione culturale Mantua me genuit, che accusava a sua volta il primo cittadino di aver preteso favori sessuali in cambio di contributi comunali. Aveva in pratica esibito sms del sindaco (portati come prova della presunta colpevolezza di Palazzi) che sono addirittura risultati falsi! E il caso era stato archiviato.
Una vendetta?
Per completezza di informazione in questo intricato quadro, qualcuno ha anche ipotizzato che dietro alla rabbia veicolata sui social della Buzzago ci possano essere due procedimenti disciplinari ai quali era stata sottoposta, essendo una dipendente comunale: uno inerente l’assenza in occasione di una visita fiscale per malattia, in cui le sue giustificazioni non sono state accolte; l’altro riguarderebbe un comportamento non consono tenuto con un genitore di un bambino del nido del quale era maestra.
Facebook sequestrato
Il 16 dicembre 2018 gli Agenti della DIGOS della Questura di Mantova e del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano, negli Uffici della Questura, avevano notificato a Lorena Buzzago, di anni 49, ed al marito F. F., di anni 53, il divieto di avvicinarsi al sindaco Palazzi e al consigliere Baschieri a meno di 200 metri, nonché il divieto di comunicare con loro, con qualsiasi mezzo, diretto ed indiretto. Era stato inoltre posto sotto sequestro il profilo social della donna.
La donna avrebbe fatto perdere le proprie tracce per alcuni giorni, per poi ricomparire davanti al Tribunale.
Arresto
Questa intricata vicenda, dai toni da soap, ha avuto una clamorosa svolta nella giornata di ieri, 21 maggio 2019, quando la Buzzago è stata arrestata. La donna è stata individuata come autrice di un libro, diffuso in modo clandestino alcuni giorni fa – “50 sfumature di giallo – Mantova vista a 90° – in cui raccontava di questi presunti scandali.
Ad arrestarla gli agenti della Questura di Mantova. L’arresto è motivato dal fatto che la donna, nonostante avesse ricevuto più ammonimenti dalla Questura a non reiterare i propri atti persecutori, ha disatteso più volte tutte tali disposizioni, tra l’altro pubblicando un libro e distribuendolo camuffata alla cittadinanza.
E la Buzzago prima dell’arresto ha anche detto ai poliziotti: “Mi faccio fuori”