Prima incendia la cella poi aggredisce gli agenti: in cinque finiscono in ospedale
Tragedia evitata per un soffio: il SAPPE chiede misure urgenti per tutelare il personale penitenziario

Ennesima aggressione e incendio in carcere a Pavia: cinque agenti finiscono in ospedale in una settimana. Il SAPPE chiede misure urgenti per tutelare il personale.
Incendio in carcere
Un episodio gravissimo si è verificato in carcere a Pavia nel primo pomeriggio di sabato 10 maggio 2025. Un giovane detenuto di nazionalità egiziana, di circa 23 anni, ha appiccato un incendio all’interno della propria cella dopo aver ricevuto un rifiuto alla richiesta di passeggiare nel corridoio.
A dare notizia dell'accaduto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), per voce del segretario regionale lombardo Alfonso Greco. Secondo quanto riferito, il detenuto (già sottoposto a misura restrittiva ex art. 32 e appena uscito dall’isolamento) si sarebbe barricato nel bagno della cella e avrebbe incendiato materasso e cuscino. In pochi istanti, le fiamme si sono propagate con violenza, superando il metro e mezzo di altezza.
Grazie al rapido intervento del Sovrintendente, del personale di sezione e del preposto, il detenuto è stato salvato insieme ad altri 23 reclusi della sesta sezione, evitando una possibile strage.
“Il fumo era denso, la visibilità nulla, ma i nostri agenti non si sono tirati indietro”, ha sottolineato Greco.
Agenti aggrediti
Nonostante il salvataggio, la situazione è ulteriormente degenerata. Una volta riportata una parvenza di calma, il detenuto ha aggredito violentemente gli agenti, colpendo il Sovrintendente e altri operatori con un oggetto di plastica destinato alle pulizie, oltre a sferrare calci e pugni.
Cinque in ospedale
Il bilancio è preoccupante: cinque agenti della Polizia Penitenziaria hanno riportato contusioni e intossicazioni, con prognosi che vanno dai 7 ai 30 giorni. Un episodio che accende nuovamente i riflettori sulle condizioni critiche del sistema penitenziario italiano.
"Situazione al limite della sopportazione”
“Non si può più tollerare che il personale torni a casa distrutto fisicamente e psicologicamente”, denuncia Greco, che lancia un appello alle istituzioni per un intervento concreto. “Le condizioni di lavoro sono ormai invivibili. La sicurezza di agenti e detenuti è fortemente compromessa”.
A rilanciare l’allarme è anche il segretario generale del SAPPE, Donato Capece: “Se non ci sono stati morti, è solo grazie alla prontezza e al coraggio dei nostri agenti. Un comportamento eroico che merita il giusto riconoscimento da parte della Commissione ministeriale per le ricompense”.
Bodycam, Taser e tutele legali
Capece ribadisce con forza la necessità di strumenti adeguati per fronteggiare situazioni di rischio:
“Basta con queste barbare violenze. Servono tutele funzionali, nuovi protocolli operativi, l’introduzione di bodycam e Taser, ma soprattutto protezione legale per chi ogni giorno mette a rischio la propria vita”.
Secondo il SAPPE, la situazione del carcere di Pavia è solo l’ennesimo segnale di un sistema penitenziario in grave sofferenza.
“La pazienza del personale è al limite. Serve un cambiamento immediato e strutturale”, conclude Capece.