CERVESINA

Muore soffocato da un pezzo di carne in Rsa, Antonio Stecchi aveva 72 anni

L'anziano è stato soccorso prima dal personale della struttura e poi dagli uomini del 118, ma ogni tentativo di salvargli la vita si è dimostrato inutile

Muore soffocato da un pezzo di carne in Rsa, Antonio Stecchi aveva 72 anni
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Inutili i soccorsi per un uomo di 72 anni, ospite di una Rsa del pavese, deceduto dopo che gli è andato di traverso un boccone di carne.

Muore soffocato da un pezzo di carne

Tragedia in una residenza per anziani di Cervesina, dove Antonio Stecchi, un pensionato di 72 anni, residente nel Milanese, ha perso la vita durante il pranzo. L'uomo è morto soffocato da un boccone di carne mentre si trovava nella struttura che accoglie anziani autosufficienti.

La tragedia all'ora di pranzo

Antonio Stecchi, residente ad Arluno, era uno dei 12 ospiti della struttura. La tragedia si è consumata all'ora di pranzo. Come ha riferito la struttura, gli ospiti stavano consumando il pasto come di consueto, quando il 72enne si è accasciato sul pavimento privo di conoscenza.

L'anziano è stato immediatamente soccorso prima dal personale della struttura e, poco dopo, anche dal medico e dagli infermieri del 118, giunti prontamente sul posto. Ma tutti gli sforzi per salvargli la vita sono risultati vani.

Inutili i soccorsi

Si ipotizza che il decesso sia stato causato da una difficoltà a deglutire il boccone di carne, che potrebbero essersi bloccato nella trachea, impedendo all'uomo di respirare. Nonostante i soccorsi immediati e il massaggio cardiaco praticato, però, il 72enne è deceduto.

Al momento, non sono state mosse accuse di negligenza o responsabilità nei confronti della casa di riposo. La struttura, data la tipologia degli ospiti (autosufficienti), non è infatti tenuta a garantire la presenza costante di personale sanitario.

La manovra di Heimlich

E' bene ricordare che basterebbe poco per salvare una vita. Fondamentale, in questi casi, è il fattore tempo: può infatti fare la differenza tra vita e morte l’avere vicino qualcuno che conosca una manovra di base che è davvero salvavita. Stiamo parlando della manovra di disostruzione o di Heimlich, il medico statunitense che negli anni settanta la rese popolare, diffondendone le linee guida.

Quando si effettua?

Per prima cosa è bene puntualizzare che la manovra può essere effettuata anche da persone prive di competenze mediche, ma bisogna assicurarsi di chiamare subito i soccorsi. I segnali che richiedono la manovra di disostruzione sono:

  • la persona si mette le mani alla gola (lasciando intendere che sta soffocando)
  • il viso della persona diventa blu, a causa della privazione di ossigeno

Come si effettua

La persona che pratica la manovra si posiziona in piedi dietro colui che sta soffocando, cingendola con le braccia intorno ai fianchi, sotto le braccia. Una mano è piegata con il pugno chiuso e viene posizionata con la parte del pollice appiattita contro l’addome nella zona tra lo sterno e l’ombelico. L’altra mano afferra il pugno e provoca una serie di rapide e profonde spinte verso l’alto finché l’oggetto che ostruisce le vie aeree non viene espulso.

Le spinte non devono mai comprimere o stringere la gabbia toracica, ma solo la parte molle dell’addome. Le nuove linee guida di European Resuscitation Council prevedono che vengano alternate 5 compressioni sottodiaframmatiche e 5 colpi dorsali tra le scapole.

Anche su sè stessi

È possibile praticare la manovra di Heimlich anche su sé stessi, utilizzando la stessa tecnica: una mano è chiusa a pugno e collocata contro il proprio addome mentre l’altra l’afferra e la spinge verso l’alto con una serie di spinte finché non si liberano le vie aeree.

I professionisti di Pavia nel Cuore ci hanno spiegato che “Le manovre di Disostruzione vanno fatte solo in casi di ostruzione completa, se la persona parla male o emette suoni significa che dell’aria passa e in questo caso bisogna tenere d’occhio e attendere i soccorsi (ostruzione parziale o incompleta). Praticare le manovre in caso di ostruzione parziale può infatti portare alla mobilizzazione del corpo estraneo in un momento di inspirazione e quindi peggiorare la situazione. Le manovre descritte vanno fatte solo in caso di ostruzione completa a persona cosciente, quando la persona perde coscienza vanno eseguire le manovre di rianimazione cardio polmonare esattamente come in caso di arresto cardiaco dato che, di fatto, ci si trova di fronte ad una persona non cosciente che non respira".

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