E' emergenza

Incendio in carcere a Vigevano: quattro poliziotti intossicati. Un altro agente aggredito da detenuto straniero

"Domenica di follia" nella casa circondariale di via Gravellona.

Incendio in carcere a Vigevano: quattro poliziotti intossicati. Un altro agente aggredito da detenuto straniero
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Vigevano, incendio in carcere: poliziotti intossicati, un altro aggredito da uno straniero. Grido d'allarme del Sappe.

Incendio in carcere a Vigevano: poliziotti intossicati

Gravissimi episodi, ieri domenica 3 ottobre, nel carcere di Vigevano. La denuncia è di Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che ricostruisce la ‘domenica di follia’ avvenuta nella struttura di via Gravellona: “Nella notte tra sabato e domenica, un detenuto straniero ha dato fuoco alla cella e quattro poliziotti penitenziari intervenuti nell’immediato sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso del nosocomio cittadino per il fumo inalato durante l’intervento. E’ dunque solo grazie alla prontezza e allo spirito di sacrificio e umanità dimostrato  dai pochi poliziotti in servizio con pochi dispositivi di sicurezza individuale  se l'evento non ha avuto conseguenze tragiche”.

Poliziotto aggredito a calci e pugni

Dopo poche, denuncia Greco, un altro evento critico è avvenuto all’interno della Casa di reclusione: “Nel pomeriggio di domenica, poi, un altro ristretto, sempre di nazionalità straniera, ha aggredito un poliziotto con calci e pugni solamente perché doveva attendere il suo turno per essere visitato dal medico dell’istituto (sic!). Anche in questo caso, a seguito delle lesioni riportate, il poliziotto è dovuto ricorrere alle cure dell’Ospedale cittadino. Una situazione insostenibile: oramai, in tutti gli istituti, il personale di polizia penitenziaria è abbandonato a se stesso ed è sempre più demotivato a svolgere il proprio lavoro senza una tutela e una formazione adeguata”.

"Stillicidio continuo e quotidiano"

Durissimo il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto".

"I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre.

Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari DEVONO DIMETTERSI TUTTI! Le carceri sono in mano ai delinquenti e l’Amministrazione Penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. E’ una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria!”.

Il SAPPE evidenzia infine che, nello stesso arco di tempo, nelle carceri della Lombardia si sono contati 1.101 atti di autolesionismo, 130 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 9 decessi per cause naturali, 3 suicidi, 807 colluttazioni e 27 ferimenti: cifre comunque contenute grazie alla professionalità, all’abnegazione ed al senso del dovere della Polizia Penitenziaria, che ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto”.

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