Garlasco, Marco Poggi: "Andrea Sempio sceso anche in taverna"
Un’impronta palmare attribuita al 37enne amico della vittima riapre nuovi scenari nell'indagine del delitto di Garlasco

Marco Poggi dichiara: "Andrea Sempio sceso anche in taverna". Così spiegherebbe la presenza di un’impronta palmare attribuita al 37enne amico della vittima sulle scale che portano alla taverna e dove venne rinvenuto il corpo esanime di Chiara.
(Foto di copertina: Marco Poggi in auto al termine dell'interrogatorio di martedì 20 maggio 2025)
L'impronta 33
A quasi 18 anni dal delitto di Chiara Poggi, uccisa nella sua casa di Garlasco nell’agosto del 2007, torna al centro delle indagini un particolare rimasto finora nell’ombra: "l’impronta numero 33". Si tratta di una traccia palmare trovata sulle scale che conducono alla taverna/cantina, dove fu rivenuto il corpo senza vita della giovane 26enne.
Secondo una recente consulenza tecnica disposta dalla Procura di Pavia, quell’impronta potrebbe appartenere ad Andrea Sempio, oggi 37enne, amico di famiglia e nuovo indagato nell’inchiesta.

"Andrea anche in taverna"
Quando gli inquirenti, durante l'interrogatorio di martedì, hanno mostrato a Marco Poggi, fratello della vittima e testimone ascoltato a Venezia, la possibile corrispondenza tra l’impronta e il palmo destro di Sempio, questo avrebbe avuto un evidente sussulto.
Una reazione che ha portato a una rettifica rispetto a quanto dichiarato in precedenza: se inizialmente Marco aveva indicato che Andrea frequentava solo alcune stanze della casa, ora ha ammesso che potrebbe essere sceso anche in cantina, giustificando così la presenza della sua impronta.
La difesa: “Frequentava tutta la casa”
Anche i legali di Sempio, gli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia, hanno sottolineato che il loro assistito era un frequentatore abituale della villetta dei Poggi e che aveva libero accesso a quasi tutti gli ambienti, ad eccezione della camera da letto dei genitori.
La taverna, dove fu rinvenuto il cadavere di Chiara, e le scale che vi conducono (teatro del ritrovamento della famigerata impronta) rientravano dunque tra le zone da lui normalmente frequentate.
Taccia ha inoltre precisato che l’attribuzione dell’impronta deriva da una consulenza tecnica di parte disposta dalla Procura e non da una perizia ufficiale, evidenziando come il risultato non sia stato ancora oggetto di contraddittorio.
I precedenti rilievi
Già nelle fasi iniziali delle indagini, i Ris avevano repertato altre impronte sulle stesse scale. Alcune appartenevano a un carabiniere entrato nella villetta senza guanti, altre allo stesso Marco Poggi, legittimo abitante della casa. Tuttavia, è solo recentemente che sono state confrontate le impronte di Andrea Sempio con le tracce rilevate nel 2007. I carabinieri di Milano, infatti, sono stati gli unici ad aver effettuato questo confronto in 18 anni.
Il malore nel 2008
Un altro elemento emerso negli ultimi giorni riguarda l’interrogatorio a cui Sempio fu sottoposto nel 2008. All’epoca, il ragazzo mostrò il famoso scontrino del parcheggio di Vigevano per giustificare la propria presenza altrove. Secondo gli atti riesaminati dai magistrati Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, durante quel colloquio Sempio avrebbe avuto un malore, tanto da richiedere l’intervento di un’ambulanza. Il soccorso durò circa 40 minuti, ma nessuna traccia di quell’episodio fu riportata nei verbali ufficiali dell’epoca.