GIALLO DELLA GARZA

Garlasco, la Procura crede al complice: per trovare "ignoto 3" riesumati anche i registri di compagni di scuola e prof di Sempio

Il DNA maschile trovato su una garza usata per l’autopsia di Chiara Poggi apre nuovi scenari investigativi

Garlasco, la Procura crede al complice: per trovare "ignoto 3" riesumati anche i registri di compagni di scuola e prof di Sempio
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Nel caso del delitto di Garlasco è emerso un nuovo profilo genetico maschile rinvenuto nella bocca di Chiara Poggi. La Procura di Pavia cerca di capire se si tratti di una contaminazione o di un possibile complice dell’omicidio.

Si cerca "ignoto 3"

Nuovi elementi genetici riscontrati su una garza utilizzata per il prelievo di materiale biologico dal cavo orale di Chiara Poggi potrebbero riaprire uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi vent’anni. La Procura di Pavia sta esaminando il DNA di circa trenta persone per chiarire se il profilo maschile rilevato sia il frutto di una contaminazione o la traccia di un soggetto fino a oggi mai identificato: il cosiddetto “ignoto 3”.

I compagni di scuola, ma non solo

Gli inquirenti hanno acquisito i registri scolastici dell’epoca per risalire agli ex compagni di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e ora indagato per omicidio in concorso. I pm intendono convocare anche i professori. L’obiettivo è incrociare i profili genetici disponibili con quello isolato sulla garza.

La mappa dei potenziali “donatori” del DNA sulla garza si estende ben oltre il giro scolastico. Sotto esame ci sono carabinieri, soccorritori, addetti delle pompe funebri e tutti coloro che, in quelle ore frenetiche e drammatiche del 13 agosto 2007 a Garlasco, entrarono in contatto con il corpo o con gli strumenti usati per l’autopsia. Nessuno sarà escluso: ogni prelievo sarà confrontato con il profilo a 22 marcatori rilevato dalla genetista Denise Albani, nominata dal gip Daniela Garlaschelli.

Una traccia, due interpretazioni

La comunità scientifica coinvolta nel caso si spacca. Da un lato, alcuni consulenti parlano di una traccia genetica “netta e completa”, dall’altro esperti come Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, sostengono si tratti di una “sottotraccia” molto esigua, probabilmente frutto di contaminazione avvenuta in fase di sopralluogo, autopsia o trasporto del corpo.

"Contaminazione prima del prelievo"

Nella vicenda emerge anche il nome di Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale Marco Ballardini che eseguì l’autopsia nel 2007. Il suo DNA è presente sul campione, ma non è l’unico. Secondo Luciano Garofano, ex comandante del Ris e oggi consulente della difesa di Sempio, quel profilo è “un mix tra Ferrari e un individuo sconosciuto”. Per Garofano, si tratterebbe “verosimilmente di una contaminazione avvenuta prima del prelievo”.

Ultimo test decisivo

Nel frattempo, Denise Albani ha annunciato che verrà effettuata un’ultima analisi sul campione, esaurendo tutto il materiale disponibile. Sarà questo test - che ha finora rivelato la “maggior concentrazione maschile” tra quelli esaminati - a offrire forse una risposta definitiva: semplice contaminazione o prova concreta della presenza di un secondo uomo sulla scena del crimine?