NUOVO COLPO DI SCENA

Garlasco, il giallo dell’impronta 33: ora sembra sia scomparsa o forse distrutta

Per ora si è rivelata tutt'altro che una prova "regina" e se quanto restava dei rilievi non si trovasse più, vacillerebbe anche la validità giuridica del reperto in sede processuale

Garlasco, il giallo dell’impronta 33: ora sembra sia scomparsa o forse distrutta
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Garlasco, il giallo dell’impronta 33 che sembra essere scomparsa o forse distrutta. Quella traccia prelevata nel 2007 è stata il colpo di scena della convulsa giornata di interrogatori di martedì scorso in Procura a Pavia: sembrava potesse riscrivere la storia del delitto di Chiara Poggi, in realtà per ora si è rivelata tutt'altro che una prova "regina" e se quanto restava dei rilievi non si trovasse più, vacillerebbe anche la validità giuridica del reperto in sede processuale.

L'impronta 33, è scomparsa?

Un’impronta lasciata su un muro, quasi invisibile, raccolta diciotto anni fa sulla scena dell'omicidio di Chiara Poggi. Oggi quella traccia, la cosiddetta “impronta 33”, torna sotto i riflettori, con la possibilità, ancora tutta da verificare, di fornire risposte rimaste in sospeso da troppo tempo.

Nonostante siano passati quasi due decenni dal delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco, alcuni elementi rimasti a lungo ai margini dell’inchiesta stanno ora assumendo una nuova centralità. È il caso dell’impronta 33, prelevata dai carabinieri del Ris sulla parete destra della scala interna, e attribuita di recente, su base fotografica, ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e nuovo indagato nell’inchiesta.

Il mistero del reperto scomparso

L’impronta, prelevata insieme a un frammento d’intonaco, potrebbe essere stata distrutta dopo il processo che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara. Una prassi che avviene spesso quando le sentenze diventano irrevocabili.

La Procura di Pavia ha avviato una nuova ricerca nei laboratori e negli archivi giudiziari per ritrovare quel frammento. Secondo quanto emerge dai verbali dell’inchiesta, non risulta alcuna conferma ufficiale della sua distruzione. Un verbale tecnico datato 4 settembre 2007 affermava anzi che le condizioni di conservazione dei reperti erano buone.

L'impronta 33

Cosa si sapeva allora e cosa si cerca oggi

Si vedrà insomma... è l'ennesimo giallo nella vicenda Garlasco, non ci si stupisce più di nulla (purtroppo).

Nel 2007 sull’impronta 33 non venne rilevato materiale genetico: né tracce di sangue, né DNA. Per questo la traccia fu ritenuta non utile all’indagine.

L'impronta era stata evidenziata all'epoca dai Ris con dei reagenti. Attraverso degli adesivi, era stata quindi "catturata" e così era stato possibile farne un calco.

Una volta fatto il calco, l'impronta era stata raschiata con un bisturi per verificare se vi fossero anche tracce di sangue. Erano state fatte due analisi irripetibili: una aveva avuto esito negativo, l'altra dubbio.

Insomma, difficilmente sapremo se quell'impronta recava in sé anche tracce di sangue o meno.

La difesa di Stasi ci prova lo stesso

Tuttavia, secondo i legali di Stasi – Giada Bocellari e Antonio De Rensis – una nuova consulenza potrà dimostrare la presenza di materiale biologico mai individuato all’epoca.

Ma se l’intonaco è andato distrutto durante gli esami, l’analisi non sarà più possibile.

In tal caso, la Procura avrebbe già pronto un piano alternativo: risalire a tutta la documentazione tecnica e convocare i tecnici che effettuarono i rilievi.

I dubbi della difesa

La nuova attenzione sull’impronta nasce da una perizia condotta nell’ambito dell’ultima inchiesta, che ha associato fotograficamente la traccia ad Andrea Sempio. Nessun confronto genetico, dunque, ma un’analisi visiva delle foto archiviate e delle impronte attuali del sospettato.

Sempio, all’epoca amico del fratello di Chiara, frequentava abitualmente la villetta dei Poggi. La sua difesa contesta che quell’impronta possa avere valore probatorio, sottolineando che nella stessa area della casa furono rilevate impronte anche del fratello della vittima e di alcuni carabinieri intervenuti sul posto.

Inoltre, resta irrisolto un interrogativo fondamentale: quando è stata lasciata quell’impronta? Prima, durante o dopo l’omicidio? Senza una datazione certa, il valore indiziario della traccia resta fragile.

L’incidente probatorio

Un momento chiave dell'inchiesta sarà l’incidente probatorio fissato per il 17 giugno a Milano. Gli esperti incaricati dalla Procura dovranno stabilire a chi appartengano i profili genetici estrapolati dai margini ungueali di Chiara Poggi. Una recente consulenza li ha associati, in parte, proprio a Sempio. Si procederà anche all’analisi dei para-adesivi utilizzati per prelevare le impronte, sia quelli già esaminati sia quelli finora trascurati.

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