Garlasco, il genetista che nel 2014 curò la perizia sul DNA sotto le unghie "smonta" la riapertura dell'indagine
Ha evidenziato la presenza di marcatori genetici specifici, ma nessun dato che possa identificare una persona in modo univoco

Ci potrebbero volere mesi per ottenere i risultati degli esami del Dna di Andrea Sempio che verrà confrontato con altri elementi legati al caso Garlasco, recentemente riaperto. Al centro dell'indagine, ancora una volta, le tracce dell'amico del fratello di Chiara Poggi sotto le unghie della vittima.
A firmare la perizia genetica su quelle tracce di Dna era già stato il genetista Francesco De Stefano nel 2014. E ora, a distanza di undici anni, ha deciso di ribadire la sua posizione in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. In questo nuovo scenario, la sua perizia ha suscitato polemiche.
Caso Garlasco, l'intervista al genetista
De Stefano non nasconde di aver avuto momenti di incertezza. Ma dopo un'attenta revisione dei dati, conferma che i risultati esposti nella sua perizia restano invariati.
"Non c'è nulla da cambiare", ha dichiarato.
Secondo il suo parere, gli esiti ottenuti durante le operazioni peritali sono chiari e non c'è margine per una diversa interpretazione.
La perizia, infatti, ha evidenziato la presenza di marcatori genetici specifici, ma nessun dato che possa identificare una persona in modo univoco.
L'esperto ha sottolineato che l'esame del Dna non ha mai prodotto un’identificazione diretta. I dati mostravano tracce di Dna appartenenti a più di una persona, evidenziando la presenza di almeno due cromosomi Y.
Il fatto che siano stati trovati più marcatori genetici associati a due uomini non ha permesso di individuare con certezza un unico individuo.
"C'erano tracce mescolate, risultati incoerenti", ha spiegato aggiungendo che il test è stato ripetuto più volte con esiti diversi ad ogni analisi.
L'accusa di narcisismo ricostruttivo
La questione si complica ulteriormente con l’introduzione di nuove tecnologie come un software che, secondo alcuni, avrebbe fornito un esito differente. Tuttavia, De Stefano ha espresso scetticismo riguardo a questi strumenti.
Se i dati sono imprecisi, il software non potrebbe fare nulla per correggerli.
Attribuire il Dna a una persona specifica sulla base di quelle tracce rimane, almeno secondo la sua esperienza, una conclusione azzardata. Il professore ha anche parlato del cosiddetto "narcisismo ricostruttivo" dichiarando al Corriere che molti si convincono di poter risolvere tutto, anche quando i dati non lo permettono.
Trasferimento di Dna, nessun contatto diretto
Infine, De Stefano ha ribadito la sua posizione riguardo al Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi. Secondo il genetista, quelle tracce sono il risultato di un "trasferimento di Dna" avvenuto tramite il contatto con oggetti, come il computer. Non indicano quindi contatti diretti tra la vittima e un presunto aggressore.
Riguardo a un possibile processo, ha dichiarato di non voler fare previsioni. Ha espresso rispetto per il lavoro della magistratura, ma ha ribadito che, nel caso di un nuovo esame in aula, ripeterà ciò che ha già scritto nella perizia, comprese le sue osservazioni sul trasferimento del Dna.