Il racconto di Paolo Marì

Follia ad Assago, a disarmare l'aggressore l'ex calciatore del Pavia Massimo Tarantino: "Eroe io? Non ho fatto nulla"

Massimo Tarantino, 51 anni, ha giocato nelle file di Napoli, Bologna e Inter, chiudendo la carriera a Pavia nel 2006.

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Follia ad Assago: a disarmare l'aggressore è stato l'ex calciatore del Pavia Massimo Tarantino: "Eroe io? Non ho fatto nulla". Il racconto di Pablo Marì anche lui accoltellato da Andrea Tombolini, nel pomeriggio di follia al Centro Commerciale.

Follia ad Assago

Una follia omicida che si è scatenata improvvisamente all'interno del supermercato Carrefour del centro commerciale di Assago. Una vicenda che tocca da vicino un po' tutti. Perchè quelle cinque persone accoltellate da Andrea Tombolini, 46 anni, potevamo essere noi. Tutti noi andiamo al supermercato a fare la spesa. E ognuno di noi poteva trovarsi lì in quel drammatico momento. Da spettatore, ma anche da vittima. Sì. Perchè delle cinque persone accoltellate, una ha perso la vita. 

Disarmato da ex calciatore del Pavia

A descrivere quei drammatici momenti sono le parole del calciatore del Monza Pablo Marì, anche lui accoltellato e ricoverato in ospedale con una profonda ferita alla schiena. Le sue condizioni sono gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. E, per una incredibile coincidenza, a disarmare l'aggressore è stato un altro calciatore, Massimo Tarantino. Ex per la verità, il giocatore ormai 51enne, ha infatti terminato la sua carriera nel 2006 proprio nelle file del Pavia.

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Il racco di Pablo Marì

A riportare quanto vissuto da Pablo Marì è l'amministratore delegato della società biancorossa Adriano Galliani, che si è recato in ospedale a trovare il calciatore insieme all'allenatore Raffaele Palladino.

Marì, come ha riportato Galliani, si trovava nel centro commerciale con la moglie e il figlioletto nel carrello. Non si è accorto di nulla, ha sentito "semplicemente" un fortissimo crampo alla schiena. Che invece era il fendente sferratogli da Tombolini.

Ancora più scioccante, però, è stato probabilmente vedere l'aggressore accoltellare mortalmente alla gola la vittima, Luis Fernando Ruggieri, 47 anni, origini boliviane, uno dei capi dell’area casse. Il 47enne, nonostante i soccorsi giunti sul posto, è morto sull'elicottero che lo stava trasportando in ospedale.

Il giocatore del Monza, sarà sottoposto a un intervento chirurgico, benchè in gravi condizioni non rischia la vita: è stato infatti ferito alla schiena e alla bocca, ma il fendente non ha raggiunto organi vitali.

Disarmato da Massimo Tarantino, ex del Pavia

Per un'incredibile coincidenza, un altro calciatore è stato coinvolto nell'agguato. Si tratta di Massimo Tarantino, 51  anni, ex difensore di Inter, Napoli, Bologna e proprio del Monza. Anche per lui sono stati momenti concitati.

"Urlava, urlava e basta", ha raccontato davanti alle telecamere subito dopo l'aggressione. E ancora: “Io, un eroe? Non ho fatto nulla”.

Massimo Tarantino, 51 anni, originario di Palermo, fin da bambino ha respirato l'aria degli stadi. Il padre Bartolomeo, infatti, ha giocato in serie A e in serie B. Anche i fratelli sono calciatori. Lui, ha militato cinque anni al Napoli, cinque al Bologna, e all'Inter. Gli ultimi anni li ha passati nel Como, nella Triestina e infine nel Pavia, dove nel 2006 ha chiuso la carriera da calciatore.

Oggi è un dirigente sportivo con esperienze a Bologna, Roma e Spal.

Massimo Tarantino

L'aggressore: "Erano felici, li invidiavo"

"Pensavo di stare male e di essere ammalato. Vedevo quelle persone felici, che stavano bene, e le invidiavo", sarebbero state le prime parole proferite dall'aggressore al pubblico ministero.

A stabilire se si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato saranno le indagini. Ciò che è certo è il declino della salute mentale di Tombolini. Dalle videoregistrazioni l'uomo avrebbe urlato frasi sconnesse e colpito a caso. Si è lasciato ammanettare senza opporre resistenza, secondo alcuni testimoni gridava "Ammazzatemi".

Quel che è certo è che dieci giorni fa il 46enne era stato ricoverato in Psichiatria dopo essersi ferito da solo colpendosi con dei pugni al capo. Dopo le visite di rito, si era ritenuto di non procedere con il ricovero o un trattamento sanitario obbligatorio. Pare che ad affossare la mente del killer sia stato un intervento alla schiena, da lui vissuto con spropositata preoccupazione, nonostante non si trattasse - secondo quanto trapelato - di un'operazione compromettente o particolarmente complicata. Più probabilmente sulla psiche già ansiosa e fragile dell'uomo si è innestato il tarlo di scenari apocalittici e derive gravi per la sua salute.

"Gli episodi di questi giorni indicano un aumento della violenza e dell'aggressività che, in parte, deriva anche dal difficile periodo pandemico che abbiamo passato", ha riferito la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti. "In tutto il mondo occidentale si registra un aumento del disagio e l'OMS sollecita i governi a investire maggiormente sulla salute mentale e sulle dipendenze".

 

"In Lombardia - ha proseguito - abbiamo una fitta rete di servizi territoriali per adulti con 150 ambulatori, oltre 4000 posti in comunità e oltre 800 posti letto. I servizi Lombardi seguono 160.000 pazienti e la Giunta varerà un ulteriore provvedimento che, sulla base delle indicazioni OMS, rafforzerà economicamente il sistema dei centri diurni e delle comunità. Anche il sistema della neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza è oggetto di attenzione particolare, perché siamo convinti che da qui parta l'origine del disagio psichico e che l'iter precoce dia i risultati migliori".

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