Tragico epilogo

Filippo Incarbone, è stato ucciso a colpi di martello. Si cerca il corpo nel Ticino

All'origine del delitto soldi e stupefacenti. In carcere con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere un 31enne e un 43enne di Vigevano.

Filippo Incarbone, è stato ucciso a colpi di martello. Si cerca il corpo nel Ticino
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Filippo Incarbone, 49 anni, scomparso da Vigevano alla fine di dicembre dello scorso anno è stato ucciso. A compiere il delitto sono stati due pregiudicati, residenti a Vigevano, di 31 e 43 anni, che ora devo rispondere di omicidio e distruzione di cadavere. Il corpo dell'uomo è stato gettato nel Ticino.

La scomparsa di Filippo Incarbone

Il 29 del mese di gennaio 2021 Incarbone Maurizio si è presentato negli Uffici della Stazione Carabinieri di Vigevano denunciando la scomparsa del fratello Filippo, che non dava più notizie di sé da circa un mese, si era solo sentito con la cognata Mara il 3 gennaio per gli auguri natalizi. Immediatamente venivano attivate le ricerche. Già il giorno 27 a seguito di segnalazione di scomparsa da parte dei parenti i carabinieri hanno contattato vicini di casa e conoscenti, si sono recati presso i P.S. di Vigevano, al fine di verificare se avesse avuto problemi fisici; inoltre hanno ispezionato accuratamente l’abitazione di Incarbone Filippo. Da questi primi accertamenti non è emerso alcun indizio.

Incarbone Filippo svolgeva saltuariamente, a detta del fratello, la professione di autista a Milano ed i vicini di casa raccontavano che spesso si allontanava dal domicilio senza mai precisare la sua destinazione; infatti durante la prima decade del mese di gennaio sono stati costretti a chiamare i vigili del Fuoco e le Forze dell’Ordine per il suo cane abbandonato in casa che abbaiava insistentemente deducendo che si era allontanato per alcuni giorni come suo solito.

I problemi economici

Maurizio aggiungeva alla sua narrazione che il fratello era spesso in ristrettezze economiche e che ogni tanto gli prestava del denaro, circostanza che è emersa anche agli investigatori che ben presto accertavano che non di rado gli amici gli pagavano le bollette.

Tutti elementi che la Sezione Operativa e la Stazione Carabinieri di Vigevano hanno preso come indicatori di fatti ben più gravi rispetto alla scomparsa del fratello denunciata dal fratello Maurizio, che pertanto hanno iniziato ad indagare tra le frequentazioni vigevanesi di Filippo.

Le frequentazioni

A poco a poco sono emerse frequentazioni con alcune persone poco raccomandabili di Vigevano. Tra questi la figura di M.M. 31enne originario di Aosta ma residente in Vigevano, descritto come persona violenta e dedita agli stupefacenti che amava circondarsi di persone indebitate con lui. Filippo, dalla personalità fragile, era succube di quest’ultimo, dal quale dipendeva probabilmente per il consumo di stupefacente che non riusciva a pagare poiché disoccupato; per questo motivo veniva trattato male al limite della schiavitù; a titolo di esempio veniva utilizzato dal M.M. per fare le pulizie in casa e come autista a suo piacimento.

Tra il 9 e il 10 febbraio gli investigatori della Compagnia di Vigevano acquisivano una serie di testimonianze sia di imprenditori della zona, che dichiarano di essere taglieggiati e minacciati dal M.M. e di esserne terrorizzati dalle sue continue minacce e comportamenti vessatori e persecutori, nonché da altre persone che confermano quest’indole violenta.

Pertanto gli investigatori hanno provveduto, in brevissimo tempo, ad isolare, tra la cerchia di persone che ruotavano intorno a M.M. quelle che avevano avuto un ruolo nella scomparsa del 49enne, identificato in G.I. 43enne di Vigevano utilizzato come autista e un 47enne, anche questo di Vigevano, anche questo dedito al consumo di stupefacenti.

Il delitto

Le indagini sono terminata nella notte dell’11 febbraio dopo che i militari della Sezione Operativa hanno raggiunto la certezza che M.M., aveva brutalmente ucciso Incarbone Filippo colpendolo ripetutamene in varie parti del corpo con un martello da muratore per poi occultarne il cadavere con la complicità di G.I.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso infatti che tra il 4 e il 6 G.I., la vittima e M.M. si erano riuniti nell’abitazione di quest’ultimo che, dopo averlo insultato pretendendo del denaro che gli doveva e lo ha colpito con un martello provocandone la morte e poi si disfava del cadavere con l’aiuto di G.I., caricandolo sulla sua auto e trasportandolo in zona “Ramo delle streghe” per poi gettarlo nel Ticino.

Durante le attività d’indagine i militari, a conferma della suddetta ricostruzione, hanno identificato anche un testimone oculare, che aveva visto i due soggetti trasportare di notte la salma dall’abitazione di M.M. ad una autovettura poi risultata in uso a G.I.

I fermi

G.I. condotto presso la Caserma di Via Castellana ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato sottoposto a fermo d’indiziato di delitto. Contestualmente nella tarda serata del 10 i militari hanno rintracciato M.M. mentre viaggiava a bordo di un’autovettura condotta da un suo amico. Accompagnato in caserma l’uomo ha ceduto all’amico una dose di eroina ma subito sorpreso dai militari che hanno sequestrato lo stupefacente procedendo al fermo di indiziato di delitto.

I militari operanti hanno proceduto inoltre al sequestro dell’abitazione di M.M. e di due autovetture che a vario titolo si ritiene siano state utilizzate per commettere l’omicidio. Autoveicoli che verranno messi a disposizione del RIS di Parma per i dovuti accertamenti scientifici.

Nel prosieguo delle attività di indagine i Carabinieri della Stazione di Vigevano, hanno acquisito anche elementi di responsabilità nei confronti di M.M. e di un altro soggetto vigevanese 35enne, in relazione ad un episodio di estorsione nei confronti di un imprenditore della zona.

Omicidio e distruzione di cadavere

Sulla scorta degli elementi acquisiti M.M. è stato deferito all’A.G. i reati di omicidio volontario, distruzione di cadavere, estorsione, rapina, spaccio di sostanze stupefacenti e il suo complice G.I. per i reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Attualmente i due soggetti sono trattenuti nel carcere di Pavia in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del GIP, mentre continuano le ricerche del cadavere nel Ticino che fino ad ora hanno dato esito negativo. QUI LE FOTO DELLE RICERCHE

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