Fabio Napoleone, chi è il procuratore di Pavia che ha riaperto il caso Garlasco
Il “Batman della giustizia”, come lo ha definito Fabrizio Corona, si trova alla guida del nuovo pool investigativo

Il 20 maggio 2025 ha segnato un nuovo capitolo nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. La notizia di una nuova impronta, di una mano, trovata sul muro vicino al corpo della giovane vittima e attribuita ad Andrea Sempio, ha riacceso i riflettori sull'amico di Marco Poggi, fratello di Chiara.
Sempio diserta l'interrogatorio
Convocato dalla Procura di Pavia insieme ad Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, Sempio non si è presentato all’appuntamento. La sua assenza ha alimentato ulteriori dubbi sull’inchiesta. Inchiesta che ha avuto un’accelerazione improvvisa sollevando tanti quesiti a cui i pool dei magistrati della Procura di Pavia sperano di dare presto una risposta.
L'impronta sulla parete attribuita ad Andrea Sempio come riportato dal TG1 in esclusiva:



Una procura rafforzata
La riapertura delle indagini ha comportato un allargamento del pool di magistrati della Procura di Pavia. Oltre al procuratore aggiunto Stefano Civardi e alla PM Valentina De Stefano, è stata coinvolta anche la collega Giuliana Rizza. Il coordinamento dell’intera operazione è affidato al procuratore Fabio Napoleone.
L’espansione della squadra investigativa risponde all’esigenza di gestire una grande mole di documenti non pienamente valorizzati nelle precedenti fasi processuali, e alla possibile presenza di nuovi indizi di cui si mantiene per ora il massimo riserbo.
Chi è Fabio Napoleone
Al centro dell’attenzione c’è proprio lui: Fabio Napoleone, il magistrato che ha deciso di riaprire il caso dopo quasi due decenni. Classe 1958, originario di Bari, Napoleone è una delle figure più esperte e riservate della magistratura italiana. Entrato in magistratura a soli 24 anni, ha mosso i primi passi come giudice al tribunale di Milano, dove si è occupato principalmente di traffico di droga e frodi fiscali, come nel celebre “scandalo petroli”.
Una carriera tra mafia, corruzione e grandi inchieste
Nel 1988 approda alla Procura di Milano, dove per vent’anni si occupa di inchieste di rilevanza nazionale. È tra i protagonisti di "Duomo Connection", indagine sul riciclaggio di denaro mafioso nel Nord Italia, condotta con Ilda Boccassini. Ha un ruolo anche nell’inchiesta sulla banda Cavallini, partecipa a "Mani Pulite", e segue da vicino lo scandalo Telecom-Sismi del 2006.
Dalla Valtellina a Pavia
Nel 2008 viene nominato procuratore di Sondrio, carica che mantiene fino al 2014, anno in cui viene eletto al Consiglio Superiore della Magistratura nell’area progressista. Dopo un nuovo periodo al tribunale di Milano come sostituto procuratore generale, nel 2021 approda definitivamente alla Procura di Pavia.
Chi lo conosce lo descrive come un professionista rigoroso, di grande esperienza, e profondamente riservato. Fabrizio Corona (ieri a sorpresa fuori dal Tribunale di Pavia con rivelazioni scottanti) lo ha menzionato nel suo programma Falsissimo, definendolo “il Batman della situazione”, sottolineando il ruolo chiave che sta avendo nella riapertura di uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi decenni.