La ricostruzione del rapimento

Eitan rapito con metodi militari... e il nonno fa ricorso al mandato di arresto europeo

I legali di Shmuel Peleg hanno già depositato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Eitan rapito con metodi militari... e il nonno fa ricorso al mandato di arresto europeo
Pubblicato:
Aggiornato:

Eitan, la Procura di Pavia ricostruisce il rapimento del bambino. Emanato un mandato di arresto europeo per il nonno e l'autista dell'auto.

Arresto internazionale per sequestro di persona

La procura di Pavia ha chiesto due mandati di cattura internazionali nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strade de Mottarone, e dell'uomo di 50 anni che si trovava alla guida dell'auto con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv.

E' stato il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Pavia Dott. Pasquale Villani ha emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei cittadini israeliani Peleg Shmuel e Alon Abutbul Gabriel accusati, unitamente alla connazionale Cohen Esther Athen, dei reati di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all’estero e inosservanza dolosa di provvedimento del Giudice nei confronti di Eitan e di Aya Biran Nirko, zia e tutore legale dello stesso minore.

La ricostruzione del rapimento

Tali misure cautelari personali sono state emesse a conclusione di una meticolosa e complessa attività d’indagine coordinata dal Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia Dott. Mario Venditti e dal Sost. Proc. Dott.ssa Valentina De Stefano e, svolta in ogni fase dalla Squadra Mobile della Questura di Pavia.

L’attività investigativa, avviata immediatamente e contestualmente ai noti fatti dell’11 settembre scorso, ha permesso di accertare che Eitan, a seguito di una visita concordata tra la zia tutrice Aya e il nonno Shmuel Peleg, è stato condotto in Israele da quest’ultimo e da un terzo soggetto, poi identificato per il connazionale residente a Cipro Alon Abutbul Gabriel, varcando il confine elvetico a bordo di un’autovettura presa a noleggio dallo stesso Peleg per giungere presso l’aeroporto di Lugano-Agno, da dove si sono poi imbarcati su un volo privato, noleggiato da una compagnia tedesca di noleggio charter al costo di 42.000 euro dall’Alon, con destinazione Tel-Aviv in Israele.

Gli investigatori, sviluppando e analizzando scrupolosamente i dati relativi al traffico telefonico e ogni altra informazione acquisita nel corso dell’attività di indagine, hanno riscostruito in dettaglio la pianificazione del reato da parte degli indagati, ricostruzione, peraltro, resa ardua attesi i presunti trascorsi di appartenenza militare degli indagati, nonché il fatto che gli stessi si muovessero in modo “ombroso” sul territorio italiano con l’utilizzo anche di più autovetture a noleggio e comunicando tra loro con utenze telefoniche estere.

La premeditazione

Si è accertato, in particolare, come Shmuel Peleg e la ex moglie Esther Athen Cohen, nonni materni del piccolo Eitan, avessero maturato nel tempo un sentimento di ostilità nei confronti della zia paterna tutore del minore, in quanto contrariati dalla decisione assunta dal Giudice Tutelare di affidare a quest’ultima il nipote. Proprio in questa profonda convinzione che il nipote dovesse essere affidato alla famiglia materna e trasferito definitivamente nel suo paese di origine in Israele, trova origine il disegno criminoso messo in atto con lucida premeditazione e meticolosa organizzazione dagli indagati.

Portato via con metodi militari

In tale ricostruzione si inserisce il coinvolgimento del connazionale Alon Abutbul Gabriel, verosimilmente appartenente alla compagnia militare privata denominata “Blackwater” e, “assunto” dai nonni materni per assisterli ed aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele.

I tentativi di corruzione

A ulteriore conferma della pianificazione del sequestro, vi sono inoltre i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate immediatamente precedenti l’11 settembre, data del rapimento, e accertati grazie all’analisi del traffico telefonico, dove sia Peleg sia Alon Abutbul avevano definito le fasi finali del progetto criminoso; nonché il fatto che la condotta degli ex coniugi Peleg, è stata contrassegnata anche da alcuni tentativi di corruzione al fine di agevolare il loro intento criminoso, come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia, la quale nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto di Esther Athen Cohen, con la proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro.

Mandato di esecuzione internazionale

Alla luce di tutto ciò, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Pavia ha accolto le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica di Pavia sulla base delle risultanze investigative emerse dall’attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Pavia, emettendo la misura della custodia cautelare in carcere a carico di Shmuel Peleg e Alon Abutbul Gabriel.

Stante la localizzazione di tali soggetti in territorio estero, al fine di dare esecuzione a dette misure cautelari, sarà attivata la procedura volta all’emissione del mandato di esecuzione a livello internazionale e conseguente estradizione.

Shmuel Peleg presenta ricorso

Nel frattempo i legali di Shmuel Peleg, rappresentato sul fronte penale in Italia dall'avvocato Paolo Sevesi, hanno già depositato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Pavia con conseguente mandato d'arresto internazionale e richiesta di estradizione. Il ricorso è stato depositato ieri con riserva di motivazioni, in quanto i legali non hanno ancora avuto accesso agli atti e all'ordinanza.

Seguici sui nostri canali