Corruzione a Vigevano, chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Ceffa e gli altri indagati
Le indagini si sono concluse: le accuse sono istigazione alla corruzione, corruzione e falsità ideologica

La Procura della Repubblica ha formalizzato, nella giornata di venerdì 11 aprile 2025, la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di diverse figure di spicco della scena politica e amministrativa vigevanese. Nell’inchiesta risultano coinvolti il Sindaco Andrea Ceffa, l’ex Consigliera comunale avv. Giacometti, tre ex dirigenti della società municipalizzata ASM Vigevano, l’imprenditore edile e presidente dell’Ance di Pavia Alberto Righini, l’ex europarlamentare Angelo Ciocca e la compagna di Righini.
“Congiura di Sant’Andrea”
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura, le ipotesi di reato si articolano in due distinti ma collegati filoni investigativi. Da una parte, si contesta un tentativo di istigazione alla corruzione legato alla cosiddetta “congiura di Sant’Andrea”. Dall’altra, una vicenda di corruzione e falso ideologico legata all’assegnazione di una consulenza considerata fittizia.
I 15mila euro per far cadere il Consiglio
Nel primo filone, al centro dell’attenzione degli inquirenti c’è un presunto tentativo, risalente al novembre 2022, di provocare le dimissioni in blocco di 13 consiglieri comunali per far cadere l’amministrazione in carica. In questa vicenda, Righini, con il supporto di Ciocca, avrebbe offerto 15.000 euro alla Consigliera comunale Emma Stepan, attraverso il compagno Luca Battista, per convincerla a rassegnare le dimissioni.
La coppia, però, rifiutò la proposta e riferì l'accaduto direttamente al Sindaco. Per questa presunta offerta corruttiva, a Righini è stata applicata la misura cautelare dell’interdizione temporanea dall’attività imprenditoriale.
Consulenze fittizie in cambio di appoggio politico
Il secondo capitolo dell’inchiesta riguarda invece una consulenza legale assegnata ad un prestanome da ASM Vigevano, che secondo gli inquirenti celava in realtà un incarico affidato all’avv. Giacometti, all’epoca Consigliera comunale. Lo scopo – si legge negli atti – sarebbe stato quello di garantirsi il sostegno politico della stessa Giacometti al Sindaco Ceffa.
I tre dirigenti dell’ASM, consapevoli dell’operazione illecita, avrebbero contribuito alla messa in atto della manovra, nonostante l’evidente inutilità della prestazione professionale. L’operazione avrebbe incluso anche la falsificazione degli atti amministrativi per aggirare l’incompatibilità prevista dalla legge per i consiglieri comunali.
Sindaco ai domiciliari
A seguito delle indagini, per questa seconda vicenda sono scattati gli arresti domiciliari per il Sindaco Andrea Ceffa, per l’avv. Giacometti e per i tre ex dirigenti di ASM. Le misure cautelari nei confronti dell’avvocata e dei dirigenti sono poi state revocate dopo le loro dimissioni, sostituite con l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.
I reati contestati
Nel complesso, la Procura contesta agli indagati i reati di istigazione alla corruzione, corruzione e falso ideologico. Con la conclusione delle indagini preliminari, è stata ora formulata la richiesta di rinvio a giudizio, aprendo così un nuovo capitolo giudiziario.