Una storia scioccante

"Bestie di Satana": Eros Monterosso dopo il carcere oggi lavora in Tribunale a Pavia

Gli è stata offerta la possibilità di scontare il resto della pena con l'affidamento in prova ai servizi sociali.

"Bestie di Satana": Eros Monterosso dopo il carcere oggi lavora in Tribunale a Pavia
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Eros Monterosso, un componente delle "Bestie di Satana", esce dal carcere e viene affidato in prova ai servizi sociali: ora lavora in Tribunale a Pavia.

"Bestie di Satana": Eros Monterosso dopo il carcere oggi lavora in Tribunale a Pavia

Condannato nel 2007 a 27 anni di carcere per aver fatto parte delle "Bestie di Satana". Allora Eros Monterosso aveva 30 anni. Sono trascorsi 14 anni e oggi, all'età di 44 anni, lavora in Tribunale a Pavia. Smista fascicoli per l'Ordine degli Avvocati. Contemporaneamente studia all'Università di Milano: vuole laurearsi in Sociologia.

Eros Monterosso ha lasciato la sua cella del carcere di Torre del Gallo nel mese di aprile. Gli è stata offerta la possibilità di scontare il resto della pena con l'affidamento in prova ai servizi sociali. Il suo avvocato lo descrive come un uomo profondamente cambiato che si è lasciato alle spalle una vicenda dolorosa.

I primi delitti

Una vicenda che aveva sconvolto l’Italia arrivando perfino negli Usa, dove la Cnn non aveva esitato a definirla una delle storie più scioccanti del nostro Paese del dopoguerra.

Fabio Tollis e l’amica Chiara Marino furono le prime vittime delle Bestie di Satana nel 1998. I più noti esponenti del gruppo, tutti della provincia di Varese, erano Andrea Volpe, l’esecutore e Nicola Sapone, il leader. Poi c’erano il capo carismatico Paolo Leoni, detto «Ozzy», Elisabetta Ballarin, la donna di Volpe, il «medium» Mario Maccione, i brugheresi Marco Zampollo e Pietro Guerrieri, e Eros Monterosso.

Lo chalet degli orrori

I crimini della setta vennero alla luce il 25 gennaio 2004. Quando Volpe e Ballarin uccisero Mariangela Pezzotta, ex fidanzata che sapeva troppo delle loro attività. Così con una scusa la invitò a cena nello chalet di Golasecca, nel Varesotto. Mentre Elisabetta Ballarin, la sua nuova compagna, era in cucina a preparare due dosi di speedball (cocaina ed eroina), Volpe, al termine di una violenta discussione con la sua ex, esplose con una pistola Smith&Wesson due colpi al volto della donna, che però non morì sul colpo.

Fu Sapone, chiamato dalla coppia, a finirla a colpi di badile, per poi ordinare ai due, accusati di «non saper nemmeno ammazzare una ragazza», di seppellire la vittima (ancora agonizzante) nel giardino e far sparire la sua auto nel Ticino. Il tutto dopo che l’ex fidanzato, come in un macabro rito d’iniziazione, aveva bevuto il suo sangue.

Tutti i componenti della setta, furono ritenuti responsabili degli omicidi di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e del suicidio indotto di Andrea Bontade. Gli esecutori furono condannati con l’ergastolo. A Monterosso, fu invece inflitta una pena di 27 anni e 3 mesi, oggi quasi interamente scontata.

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